53 Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret. 54 Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, 55 e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci gli ammalati, dovunque udivano che si trovasse. 56 E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano gli infermi nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.
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Ho visto ricorrere diverse volte nel cap.6 la questione dell’identità di Gesù.
Dai primi versetti in cui la gente si chiede ‘ma non è il carpentiere, il figlio di Maria?’..a chi pensa sia Elia..o Giovanni Battista resuscitato.
Persino i discepoli lo scambiano per un fantasma vedendolo camminare sulle acque..v.49.
Ho visto anche una certa difficoltà a capire i segni di Gesù ‘perchè non avevano capito il fatto dei pani’ v.52.
Gli ultimi versetti di oggi mi sembrano molto confortanti. Forse come gli altri non abbiamo le idee chiare su chi sia Gesù ma ci basta toccare la frangia del mantello per essere sanati..
Quel poco che sappiamo sul Signore è forse quella frangia del mantello che però è bastata per sanarci e farci innamorare. Come l’emorroissa..
Non resta che continuare ad accorrere da tutte le regioni!
Non è la prima volta che ci incontriamo con questo straordinario concorrere della gente intorno a Gesù, che sana tutti dalle loro infermità-debolezze. E’ bene soffermarsi su questa insistenza della memoria evangelica, che alla fine determina e assegna una fisionomia precisa alla persona e all’opera di Gesù. Qui poi mi sembra molto bello che i vers. 53-54 colgano il Signore insieme ai suoi discepoli, perché questo ci consente e ci chiede di cogliere non solo la fisionomia profonda di Gesù come il Salvatore, ma anche la missione stessa della Chiesa, il cuore della sua missione: quello che consente alla gente di riconoscere in lei la presenza e l’opera di Gesù Cristo! Riascoltiamo queste parole: “Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe”. Certamente è lui e solo lui il Salvatore del mondo, ma la gente lo riconosce “tra” i discepoli, “nella Chiesa”.
Certamente questo Gesù sarà rifiutato e ucciso, ma questo nulla toglie alla verità e alla forza della sua opera di salvezza. Anzi, al di là di tutte le cause contingenti, egli darà la vita proprio perché quest’opera di salvezza giunga alla sua pienezza. E tutto quello che si dice di lui, si deve dire del compito e della vicenda storica della Chiesa.
Per questo, mi sembra che al cuore del nostro brano ci sia quel “la gente lo riconobbe”. Abbiamo già incontrato questo verbo al ver. 33, dove in italiano era reso con “capirono”. C’è dunque un dono e una capacità della gente di riconoscerlo! Là era per inseguirlo e ascoltarlo. Qui è per il bisogno di essere guariti. Tutto è molto concreto. A partire dal suo male, la gente vuole, cerca e prega di essere guarita. Ricordo che ai tempi di papa Giovanni – ma sicuramente in molti altri tempi! – la gente correva intorno a lui, perché coglieva in lui un segno umile e bello del Salvatore. E non c’è bisogno di essere papi, per questo. La gente, anche la più lontana, sa “riconoscere” la presenza di questa volontà-potenza di riscatto e di liberazione.
Le Parole che oggi riceviamo dalla bontà di Dio ci aiutano a ricordare che questo è quello che il Figlio di Dio vuol fare in mezzo all’umanità. Tutto il resto, tutto vero e buono, è la via, la garanzia e la sapienza di questo divino progetto di salvezza universale.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“scesi dalla barca, subito la gente lo riconobbe”… e da qui parte il passaparola, la corsa, la carità fraterna del portarsi a vicenda… tutto converge verso il Signore!
“subito lo riconobbe” che bel regalo!
Signore, fammi il dono di “riconoscerti”.
v.56: “… dovunque giungeva, in villaggi, città o campagne”: solo Marco cita in dettaglio tutti questi luoghi. E’ molto sottolineato, fin dal cap.1 che Gesù vuole arrivare in ogni luogo, anche il più disperso: “Andiamocene altrove, per i villaggi vicini, perchè io predichi anche là, per questo infatti sono venuto”. E la parabola del seminatore mostra che la parola viene seminata su ogni terreno. Inoltre al cap. 6 abbiamo letto: “Gesù andava intorno per i villaggi, insegnando”.
Il brano di oggi ci mostra anche la mitezza e la condiscendenza di Gesù davanti agli imprevisti e alle “avversità”. Aveva infatti ordinato ai suoi discepoli di precederlo all’altra sponda del lago, verso Betsaida, e invece si ritrovano ad approdare sulla riva opposta, nel territorio di Genesaret. E oggi, nonostante quanto notavamo qui sopra, non sembra dedicarsi neppure un momento alla predicazione e all’insegnamento, ma si trova come sopraffatto dal bisogno della gente, che accorre numerosa, portandogli i malati. E Gesù oggi si presenta così: disponibile alla supplica (v. 56) della gente che lo prega di poter almeno toccare la frangia del suo mantello (cenno di superstizione?) per venire guarita. E se altrove Gesù spiega alle folle cosa è necessario cercare prima, e perchè bisogna ricorrere a Lui, oggi “tutti quelli che lo toccavano guarivano”.
Portano i malati a Gesù sui lettucci: quei malati non sono capaci di andare da soli, e vengono portati così come sono. Questo ci dice che Dio, in Gesù accoglie ogni uomo, così come è.E noi, discepoli di Gesù, non dobbiamo contraddire con le nostre cattive azioni, ciò che Lui ci ha mostrato e insegnato.
Questi vv. possono essere letti come l’introduzione al cap. 7, dove si parla del “puro e impuro” e di quale sia la vera giustizia secondo Dio. Ora, questo voler toccare la frangia del mantello di Gesù, significa forse l’adesione alla Legge (che prescriveva anche l’uso di queste frange). Qui forse si può vede che per poter venire sanati dobbiamo confidare non in una nostra giustizia, ma nella giustizia di Dio, che ci ha dato in Gesù, nella sua fedeltà, nel suo modo di adempiere i precetti della Legge.