35 Insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? 36 Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo:
Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
sotto i tuoi piedi.
37 Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
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La traduzione italiana di questo testo mi mette in un certo imbarazzo, perché sceglie una linea di interpretazione che mi sembra tolga luce al testo originale. Al ver.35 si dice “come mai gli scribi dicono..?” che in italiano suona negativamente, come per affermare che si afferma qualcosa di non vero. Allo stesso modo al ver.37 si dice “da dove risulta che..?”, aggiungendo l’espressione “risulta”, che ancora sembra una contestazione, mentre invece si tratta di un mistero che come tale Gesù oggi ci ricorda. Alla lettera, in questi due passaggi, viene detto semplicemente “come gli scribi dicono..?” al ver.35; e al ver.37 “da dove è suo figlio..?
Mi sembra che il significato cambi fortemente, perché non sembra che Gesù voglia dire che si sbagliano, ma che, più profondamente, resta il mistero di queste affermazioni. Ed è giusto e bello che resti mistero! Anzi, si può e credo si debba dire che questo è il “mistero cristiano” nella sua espressività più forte. Mi viene in mente l’esclamazione di Elisabetta in Luca 1,43: “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?”. Oppure il Salmo 8,5: “che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi?”. Questi e tanti altri testi esprimono la fede con il sentimento tipico della fede che è la meraviglia, lo stupore.
Dunque, la Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore vuole se mai confermarci in quella “sospensione” che è propria della fede, e in quella “disomogeneità” nel rapporto tra l’uomo e Dio che l’incarnazione del Verbo – il Dio fatto uomo – non annulla ma se mai porta alla sua massima enfasi. Mi piace qui ricordare anche la testimonianza straordinaria di un “emarginato” rispetto alla fede, quel centurione che ha guidato il drappello romano di esecuzione della pena della croce, e ,vedendo Gesù “spirare in quel modo, disse < Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!>”(Marco 15,39).
Del resto, la stessa citazione del Salmo 109(110),1 da parte di Gesù nel nostro testo, non attenua ma se mai accresce il nostro stupore, perché per noi è impossibile ascoltare questo versetto senza contemplare il piccolo Gesù, Figlio dell’uomo, umile e mite fino alla Croce, invitato a sedersi alla destra dell’Altissimo, che vuole porre sotto i suoi piedi tutti i suoi nemici.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.