15 Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe 16 e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. 17 Ed insegnava loro dicendo: “Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!”. 18 L’udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. 19 Quando venne la sera uscirono dalla città.
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Rispetto al testo parallelo di Matteo 21,12-13, molto vicino al nostro, Marco ha alcune varianti solo sue. Una è l’affermazione del ver.16, dove forse si vuole sottolineare che il Tempio non può venire usato e strumentalizzato per altri scopi rispetto alla preghiera. Rispetto a Luca 19,45-48 Marco dice che il popolo “era ammirato del suo insegnamento”, mentre Luca dice che “pendeva dalle sue parole”. Ma il particolare che più caratterizza il nostro brano è la citazione più estesa di Isaia 56,7: solo lui infatti dice che il Tempio deve essere casa di preghiera “per tutte le genti”.
Vengono cacciati da Gesù sia i venditori sia i compratori. Quindi è una denuncia del “sistema” e non l’accusa rivolta a chi in particolare compisse un atto disonesto. Certo, rimane chiaro che una colpa c’è. Ma si tratta di una colpa collettiva, anche se chi ha più responsabilità ne ha di più. La citazione profetica di Geremia dilata questa colpa nei tempi della storia di Israele. Ma adesso la presenza di Gesù inaugura un tempo nuovo e proclama l’esigenza assoluta di un nuovo Tempio!
Ed ecco allora la sottolineatura della citazione di “tutte le genti”. L’accesso di tutte le genti alla casa di preghiera che Israele ha custodito nei secoli della sua storia non è evidentemente l’accesso fisico al Tempio di Gerusalemme la cui fine è certa ed imminente. Si tratta di un Tempio assolutamente nuovo. L’accusa di essere “una spelonca di ladri” sembra allora avere un riferimento diretto alle “genti”, in quanto Israele, non accogliendo il Messia Signore, defrauda le genti stesse.
Il gesto di Gesù viene colto dai sommi sacerdoti e dagli scribi in tutta la sua portata, e quindi provoca la loro determinazione omicida nei suoi confronti (ver.18). Ciò che li impaurisce è la fragile ammirazione popolare, che ben presto verrà da loro stessi deviata, con il buon contributo di Pilato.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Anche oggi Gesù “insegna”. Aveva insegnato alle folle, e poi ai suoi discepoli aveva preannunciato più volte la sua passione. E ora dopo aver purificato il tempio insegna che la sua casa “sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti”. Non è più solo il tempio per Israele, ora che vi è entrato Gesù, ormai prossimo alla Sua Pasqua. Ora lo dichiara la “sua casa”, e “per tutte le genti”. E citando il profeta dice che “invece voi l’avete fatta un rifugio di ladri”. Israele voleva entrare nel tempio, pensandolo solo per sè, e così impediscono ad altri di entrarvi, rapinandolo a Dio. Poi “Gesù esce dalla città”. Segno e profezia della sua morte “fuori dalle mura della città”. E’ come per indicare che da ora tutto sarà nuovo a causa della Sua pasqua: “fuori dalla città”, e “fuori dal tempio”: perchè il nuovo tempio è Lui stesso. Oggi Gesù, nostro Dio ci dice due cose importanti su come intende la “sua casa”: 1. è casa “di preghiera”, non di altre cose, anche importanti, come studio, commercio, sacrificio, denaro, distinzione, ecc.: è la preghiera la sua specificità; e 2. è “per tutte le genti”: non più per pochi, nè solo per il popolo eletto, ma per tutti i popoli, e in tutti i popoli, per tutti gli uomini: è abbattuto ogni muro di separazione.
La folla “approva” questo insegnamento di Gesù ed è ammirata.La folla si stupisce: non è ancora la fede, ma come la sua preparazione, la sua anticipazione. Come quando, dall’inizio, “le folle si stupivano del Suo insegnamento, perchè insegnava con autorità, non come i loro scribi” (Mc 1:22).
L’ira di Gesù non sembra essere rivolta in modo diretto ed esclusivo verso i capi, ma contro il denaro e il mercato. Non si possono servire due padroni: Dio e il denaro, tanto meno nella casa di Dio (specie quando il denaro ostacola qualcuno ad entrare nella preghiera). I capi, dopo averlo udito, cercano di ucciderlo. Anche più avanti, dopo che Gesù ha raccontato la parabola dei vignaioli omicidi, “cercano di catturarlo, perchè avevano capito che quella parabola l’aveva detta per loro” (Mc 12:12). La parola di Gesù LI RIGUARDA e per questo lo vogliono uccidere. Infatti sono parole che esigono da loro una risposta, una reazione: o accettare l’insegnamento anche quando è rimprovero, o rifiutarlo. Sulla citazione di Isa sulla bocca di Gesù: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti”: Gv 10:16, il buon pastore ha altre pecore che non sono di questo ovile: anche quelle deve condurre; e Efe 2:13 : “Ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti …. ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia”.
Il dramma si sta per compiere. Questo tempio è il fico ricco di foglie e senza frutti. Questo tempio che esalta la separatezza, l’esclusione nazionalistica, che inganna in modo organizzato i fedeli, in cui gli scribi e i sacerdoti prosperano nei loro privilegi economici e religiosi, deve finire, deve trasformarsi in “casa di preghiera per tutte le genti”. Non si tratta di purificarsi, di cambiare qualcosa: questo luogo di culto ha finito il suo tempo. La salvezza di Dio è per tutti i poveri della terra. Per questo Gesù muore e la sua risurrezione è la nascita del nuovo regno, annunciato già all’inizio della predicazione (1,15) “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino”.