27 Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28 Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29 intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30 Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31 Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
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Per Gesù è l’ora dello scherno, dell’umiliazione. Così dicono le parole “lo spogliarono”, “lo deridevano… sputandogli addosso”. I soldati (addirittura tutta una coorte) si divertono facendo una parodia della intronizzazione imperiale: il generale vincitore riceveva il mantello rosso e i simboli della regalità, scettro e corona. Involontariamente essi ci aiutano a vedere, a capire i caratteri ben diversi della regalità di Dio. Non ce lo saremmo mai immaginato: Gesù è non solo un re mite e di pace, ma addirittura un re impotente, fragile e debole. In questa impotenza e debolezza si manifesta tutta la forza dell’amore: un Padre che dona il Figlio e il Figlio, Gesù, che dona la sua vita. La potenza di Dio – ormai lo sappiamo – sta in questo amore, che rispetta perfino le nostre scelte sbagliate e scellerate.
La violenza che oggi il Signore del Vangelo ci mostra nella “nudità” di Gesù deriso e percosso, mi ha portato alla memoria di vicende che recentemente abbiamo avute drammaticamente presenti nel “pellegrinaggio” che in alcuni abbiamo fatto ai campi dello sterminio nazista in Germania.
Certo che il “mistero” del popolo ebraico è profondo e solo la persona dell’“ebreo Gesù” ci convoca per un supremo messaggio di speranza e di pace!
In particolare la Parola che oggi riceviamo dalla bontà di Dio mi colpisce con questa “spogliazione” della persona del Signore e con la violenza sul suo corpo.
Il tutto commentato dalla “derisione” di questi poveri sciagurati soldati pagani!
La “nudità” di Gesù mi ha portato alla nudità di Adamo in Genesi 3! Là era una nudità di peccato che si riempie di paura per la Parola di Dio che chiama e che induce l’uomo a nascondersi da Dio.
Qui, in Gesù, è Dio che cerca l’uomo e si fa nudo per scendere fino a lui e per salvarlo!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.