18 La mattina dopo, mentre rientrava in città, ebbe fame. 19 Vedendo un albero di fichi lungo la strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò altro che foglie, e gli disse: «Mai più in eterno nasca un frutto da te!». E subito il fico seccò. 20 Vedendo ciò, i discepoli rimasero stupiti e dissero: «Come mai l’albero di fichi è seccato in un istante?». 21 Rispose loro Gesù: «In verità io vi dico: se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che ho fatto a quest’albero, ma, anche se direte a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, ciò avverrà. 22 E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete».
Matteo 21,18-22

Gesù “ebbe fame”: è la seconda volta, in questo Vangelo, che Gesù ha fame; la prima volta nell’episodio delle “tentazioni” e ciò che dice in tale occasione ci illumina su come comportarci nella nostra fame di vario tipo e nei nostri bisogni: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. – L’albero dei fichi, come la vite, è figura del popolo di Israele; siamo quindi coinvolti anche noi, che abbiamo il dono di appartenere all’Israele di Dio. Questo fico si trova “lungo la strada”: l’indicazione ci riporta alla parabola del seminatore: il seme caduto lungo la strada non porta frutto, poiché il Maligno, cioè l’ambizione del potere e altre seduzioni, hanno il sopravvento. Che fare per essere pianta che porta frutto? Ce lo suggerisce Gesù nelle parole successive ai discepoli stupiti per il fico seccato: avere fede, cioè dare adesione a lui e alla sua proposta di vita, che significa dedicarla al servizio e al bene degli altri. Altro caposaldo: “nella preghiera”, poiché solo la comunione con lui e con il Padre può farci essere discepoli con frutto e non piante secche.