44 Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
45 Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46 trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
47 Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48 Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49 Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50 e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
51 Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52 Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
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Le due immagini vicine, del tesoro nel campo e della perla, sono preziose anche per la diversità dell’una dall’altra: il tesoro viene trovato per caso, quasi fosse esso stesso ad offrirsi a chi non se l’aspetta, mentre la perla preziosa è all’apice di una ricerca del mercante “che va in cerca di perle preziose” (ver.45). Certo, anche per quest’ultimo la perla trovata è di tale valore da mettere fine alla sua ricerca comperando questa “di grande valore”. Sono dunque realtà nascoste che vengono trovate: è il dono del regno dei cieli! Dono sia per chi non lo cercava e non se l’aspettava, come forse l’uomo (che zappava la terra?) nel campo, sia per il ricercatore di perle.
Altro elemento di grande rilievo è la gioia! L’uomo del ver.44 vende tutto per acquistare il campo dove – notate bene! – ha ri-nascosto (!) il tesoro, e lo fa non solo “pieno di gioia”, come dice la versione italiana, ma, sembrerebbe, “provocato”, “spinto” dalla gioia: è la gioia che comanda qui!
E’ molto prezioso che la parabola successiva, ai vers.47-50, che si presenta molto diversa, sia in successione alle due prime immagini: infatti l’essere pescati, e sono pescati tutti, pesci buoni e pesci cattivi (!), dice che dalla rete di Dio vengono presi proprio tutti! Questo è importante, perché nell’etica evangelica il giudizio non è solamente il bene o il male che uno compie, ma prima di tutto la responsabilità del dono! Dio non mi ha ignorato: secondo un grande spirito cristiano del secolo scorso, questa sarebbe la sorte peggiore, e gli fa dire che se mai è meglio l’inferno! Almeno, Dio non ti ignora. Vi chiedo tempo per dirvi che poi egli risponde a tre domande: la prima dice: “C’è l’inferno?”, e lui risponde : “Sì”; alla seconda domanda: “E chi c’è all’inferno?” risponde: “Penso che non ci sia nessuno”; terza domanda: ”Allora, perché Dio ha fatto l’inferno?”; risposta: “Penso sia preparato per me!”. Mi sembra meraviglioso! La mia coscienza rattristata per la mia vita di peccatore, mi mette davanti a quello che la giustizia di Dio deve chiedere. La misura della misericordia divina per la Pasqua di Gesù può essere solo il mistero del giudizio divino nella potenza dell’amore del Cristo e della sua Croce.
I vers.51-52 sono sigillo prezioso a tutte queste Parole – qualcuno dice che qui forse l’evangelista Matteo paragona se stesso allo scriba dei vers.51-52, questo “scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli” – e sono grande lode alla storia della salvezza, alla sua lunga e preziosa preparazione nel popolo della “Prima Alleanza” con la Legge e la Profezia e il suo adempimento nel Vangelo di Gesù portato all’intera umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.