14 Avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. 15 Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». 16 Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. 17 Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? 18 Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, 19 quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». 20 «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». 21 E disse loro: «Non comprendete ancora?».
Seleziona Pagina
Vi propongo una lettura di questo testo in stretto collegamento con i vers.11-13 celebrati ieri: oggi il tema dei “segni della fede” interviene con molta forza, e mostra come anche i discepoli possano trovarsi nella stessa disposizione che ieri vedevamo nei farisei. Per questo Gesù li ammonisce, associando al lievito dei farisei il “lievito di Erode”.
Tale lievito cattivo si denuncia a partire dalla dimenticanza citata al ver.14 e dalla discussione “fra loro perché non avevano pane” (ver.16). Mi sembra che quell’ “un solo pane” che avevano sulla barca sia il “segno” di Gesù! La preoccupazione e la discussione nascono dalla situazione di indigenza nella quale pensano di trovarsi. Eppure hanno sulla barca quel solo pane che è Gesù!
Ed è in questo frangente che il Signore li mette in guardia “dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode”: mi sembra, diversamente da come dicono le note delle bibbie, che tale lievito sia la preoccupazione di “non avere”. Qui il mondo “religioso” e il mondo politico rappresentato da Erode possono essere molto vicini, e addirittura del tutto simili: abbiamo solo quello che siamo capaci di procurarci! In qualsiasi modo e in ogni modo le sapienze mondane pensano che bisogna procurarsi tutto! Qui mi sembra aver origine e causa il rimprovero di Gesù: “Avete il cuore indurito?” (ver.17). E da qui la memoria dei due miracoli dei pani, dove il poco aveva nutrito i molti! Dove quel duplice gigantesco banchetto glorificava il dono di Dio!
Tutto è grazia! Tutto è dono! Il proverbio “aiutati e il ciel t’aiuta” non è cristiano! La cattiva pretesa di vedere dei segni da parte di Gesù per poter credere in Lui è stata capovolta con l’affermazione che la fede è il principio dei segni meravigliosi che ne scaturiscono, e di cui i due miracoli dei pani sono potenti “segni”!
Ma i poveri discepoli hanno ancora il cuore indurito (ver.17): “Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? (ver.18) …non comprendete ancora? (ver.21)”. Così acquistano grande rilievo il “segno” compiuto da Gesù per quell’uomo sordomuto (Mc.7,32-35), ed il segno che compirà per l’uomo cieco nei versetti successivi a quelli di oggi. Quindi, tutto conferma che i “segni” non sono mezzi per avere la fede, ma sono fiori e frutti della fede. Come dicevamo, chi crede, vede tutti i segni della fede!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ieri la cecità dei farisei, oggi quella dei discepoli. Gesù insegna loro con pazienza (ma anche con un po’ di irritazione, ci dicono i versetti odierni); addirittura “li ammonisce”, ma le loro menti sono prese da altro. Il grande “ideale” dei farisei e dei capi politici era, allora come adesso, il possedere e l’esercitare il potere: ecco – credo – il lievito negativo che può permeare l’animo dei discepoli di tutti i tempi… – L’incapacità dei discepoli ad ascoltare e capire Gesù è di conforto oggi per noi, che – nonostante il dono quotidiano della Parola di Dio e il rapporto di vicinanza con il Signore – stentiamo a capire, assimilare e trasformare tutto ciò in una vita coerente, soprattutto in atti di misericordia e di amore a somiglianza del Padre.