Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
7 Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. 8 E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9 ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 10 E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11 Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 12 Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13 scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
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Il ver.7 porta una sottolineatura forte che non si presenta tale nei testi paralleli di Matteo 10 e Luca 9, ed è il “potere sugli spiriti impuri”, presente anche negli evangelisti Matteo e Luca, ma insieme ad altri mandati, come l’annuncio della Parola e le guarigioni. Queste si trovano anche nel brano di Marco, ma è forte appunto il ver.7 del nostro brano dove il potere sugli spiriti impuri sembra definire e caratterizzare la missione apostolica. E’ quindi forse opportuno ricordare che il dominio degli spiriti impuri è la condizione più negativa della vicenda umana. E’ il dominio del Male. Non si tratta tanto di clamorose manifestazioni esteriori, ma di una condizione di prigionia profonda, dalla quale l’uomo non è capace di liberarsi con le sue forze. Per capirci, facciamo un piccolo esempio: se una persona è “cattiva”, ciò dipende dal fatto che egli è dominato e posseduto da uno spirito di cattiveria. Questo è molto importante averlo ben chiaro, perché afferma che il peccatore, prima e più che essere colpevole, è vittima e prigioniero del suo male. La nostra cultura contemporanea è diventata “esperta” del fenomeno della “dipendenza”: ebbene questo può aiutare a comprendere che cosa significhi il potere degli “spiriti impuri”. E questo aiuta a comprendere come questo “potere sugli spiriti impuri” sia compito privilegiato degli annunciatori del Vangelo: l’umanità, prima di essere considerata “cattiva”, deve essere colta come ammalata e prigioniera! Gesù viene a portare tutta la compassione divina per l’umanità vittima del Male del mondo. Nella preghiera del Padre nostro Egli ci ha insegnato a chiedere di essere liberati dal Male, o dal Maligno come propone la tradizione della Riforma.
I vers.8-9 dicono che la condizione della “povertà” è necessariamente connessa con quel potere contro il Male. La povertà che Gesù chiede ai suoi è segno prezioso della fede e della comunione con il Signore che a noi provvede in tutti i modi. E per questo, la povertà diventa segno di libertà! Infatti, molte volte è proprio la nostra miseria a rendere seducenti cose e condizioni che diventano idoli che dominano la vita. E questo a partire da elementi anche semplici e di per sé necessari: mangiare, bere, coprirsi, non soffrire, non essere soli… Può darsi che proprio per questo nel nostro testo Gesù non mandi le persone da sole, ma “a due a due” (ver.7).
E nel segno della povertà e della provvisorietà coglierei l’indicazione sulla casa che darà ospitalità agli annunciatori del Vangelo. E così anche il congedo da un luogo dove non si fossero trovati accoglienza e ascolto: scuotere la polvere sotto i piedi significa il non compromesso con chi non accoglie la sapienza evangelica, e il non voler tenere qualcosa che appartenesse a chi non ha condiviso il dono di Dio.
L’annuncio evangelico è richiesta di conversione (ver.12), cioè di un radicale cambiamento di pensiero e di attenzione verso la novità divina della parola di Gesù e del suo Spirito. Dunque: questi inviati di Gesù “scacciavano molti demoni” (ecco la vittoria sugli spiriti impuri!), e “ungevano con olio molti infermi e li guarivano” (ver.13). Infatti, per questa “medicina dello Spirito” in ogni modo i malati non sono più piegati verso la morte, ma verso il Padre che li aspetta.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.