43 E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. 44 Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». 45 Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. 46 Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. 47 Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. 48 Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. 49 Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!».
50 Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. 51 Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. 52 Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.
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Se vi è possibile, penso sia prezioso oggi l’ascolto di Isaia 53, che illumina quello che Gesù dice al ver.49: “Si adempiano dunque le Scritture!”. Ed è prezioso osservare come gli eventi tumultuosi e violenti che trascineranno il Signore alla Croce siano tuttavia guidati dalla volontà di Dio e dunque celebrino una liturgia di salvezza che, malgrado, e anche attraverso passaggi di violenza e umiliazione, rivela e dona a noi l’evento supremo dell’amore di Dio per l’umanità. In tal modo anche la fragilità e la povertà dell’esistenza umana viene visitata e illuminata. Così anche, e soprattutto, gli eventi di un’umanità aggredita e sopraffatta, anche la condizione e la sorte di moltitudini di piccoli e di poveri ogni giorno schiacciati dalla crudeltà della storia, vengono illuminati dal Vangelo della Pasqua del Signore.
E’ impressionante la sproporzione tra questa “folla con spade e bastoni mandata dai capi …” (ver.43) e la consegna che Gesù fa di se stesso. Il “non-commento”, alla reazione di “uno dei presenti”, uno degli accompagnatori del Signore, al ver.47, dice efficacemente come non sia quella la prospettiva che Dio ha stabilito per la salvezza dell’umanità. Anzi: la fuga di tutti i discepoli – “Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono” (ver.50) – evidenzia come il Cristo sia del tutto “consegnato” ai suoi aggressori. Non c’è spazio per nessuna “legittima difesa”.
E’ interessante il piccolo episodio del “ragazzo” che, unico, lo segue e che sembra preannunciare la sorte di quelli che seguiranno Gesù nella sua Pasqua fino a quella nudità che prelude a quella del Crocifisso.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“E subito…”: non ci sono più ostacoli né ritardi per il compimento di tutto. Gesù, che più volte era fuggito per non cadere nelle mani dei capi religiosi, ora si consegna loro e con serenità, con tranquillità percorre il suo cammino. – Giuda bacia Gesù, nel far questo lo avrà anche abbracciato; lo chiama “Rabbi”…, ma il Signore non ha per lui parole di condanna. Né recrimina contro i discepoli che fuggono e lo lasciano solo. Non rimprovera nemmeno coloro che sono venuti ad arrestarlo, se non per il modo: sono venuti con spade e bastoni come si farebbe con un bandito, un criminale. “Si compiano le Scritture”: ecco cosa lo guida in questo atto finale della sua esistenza tra noi.