28 Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29 Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
30 In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
32 Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.
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Di solito si parte dalla parabola per cogliere la fisionomia e le esigenze della vita cristiana. Qui si parte da un semplice fatto della natura per “imparare la parabola” (ver.28). Sembra quasi voglia dirci che tutto è diventato parabola dei cieli nuovi e della terra nuova che, in Gesù, Dio ci dona. Una specie di “evidenza” del mistero! Questo è affascinante: come volesse avvertirci che viviamo in una realtà nella quale sono ormai evidenti i segni della pienezza e della fine dei tempi. Un invito dunque a leggere i segni del tempo ormai evidenti.
Quando dice al ver.29 dell’accadere di “queste cose” il riferimento è a tutto quello che da Gesù abbiamo ascoltato in questo capitolo. E da queste cose che accadono conosciamo che “Egli è vicino, alle porte”. Amo questa scelta: si poteva forse interpretare che alle porte era il regno di Dio, o la fine dei tempi, o la piena rivelazione della gloria divina. Ma è molto più ricca l’interpretazione che vede Lui, il Signore, “vicino, alle porte”! E questo ancor più se si considera come “queste cose” siano eventi difficili e gravosi: siamo qui al cuore della speranza cristiana, che, come ascoltavamo al ver.8, coglie ogni evento come inizio dei dolori del parto, e quindi certamente dolori: orientati però non alla morte ma alla vita!
I problemi posti dal ver.30 non vengono considerati da molte note delle bibbie, o il versetto viene interpretato come dovuto a pensieri che hanno dovuto modificarsi, e cioè che la fine del mondo fosse temporalmente vicina. Invece io amo questo versetto evangelico perchè mi sembra di doverlo ascoltare come l’annuncio che ormai il tempo, fosse lungo quanto vuole, è arrivato veramente ala fine. E che dunque ormai c’è una sola “generazione”, ed è “questa generazione” dei figli di Dio! Con Gesù l’umanità è arrivata al suo esito finale, diventando l’unica famiglia dei figli di Dio. Prova di tutto ciò è che talvolta, nei santi, questa fine dei tempi si attua in evidente pienezza. Viceversa, in noi peccatori tutto è molto più ritardato. Anche se la misericordia del Signore è sempre nella sua pienezza. Quindi, mentre S.Francesco d’Assisi è stato secoli fa splendore di un luminoso compimento evangelico, in me tale compimento è del tutto arretrato! Si potrebbe ironicamente dire che Francesco sì è veramente attuale, mentre io sono un povero “matusa” che poco pensa e poco fa. Il ver.31 conferma questa “unicità” del tempo affermando la potenza assoluta delle Parole di Gesù, che ormai per sempre sono assolutamente “attuali”! Anche la Divina Commedia è bellissima, ma certamente è anche un po’ “passatella”! Il Vangelo, invece, anche oggi viene a noi in travolgente attualità e potenza!
E’ qualità essenziale dell’ultimo tempo quello di non sapere “quel giorno o quell’ora”, in cui anche “temporalmente” saremo alla fine. Ma questo non è ignoranza! Questo è vivere il nostro tempo come è veramente: l’ultimo! Non si può andare più in là di questo incontro, che anche oggi noi viviamo, della creazione e della storia con il Vangelo di Gesù. Ed è divinamente bello questo “non sapere” anche di Lui, del Signore, perché tutto viene vissuto come un “già pienamente” presente. E in Lui tutto è compiuto. E in certo senso anche in noi, per esempio nel mistero dell’amore: quando amiamo siamo ormai pienamente in Dio!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
L’immagine è delicata: quando i rami del fico diventano teneri, quando le foglioline cominciano a comparire, sappiamo che l’estate è vicina. Arriva il tempo del bel caldo che porta a maturazione i frutti. Così accade per il Signore che “è vicino, alle porte”: il regno di Dio giunge alla sua maturazione e già se ne vedono i frutti. – Il cielo e la terra passeranno: sono realtà in continua trasformazione, come tutte le cose che appartengono alla nostra vita: sono in perenne evoluzione e nulla è definitivo. Le parole del Signore, invece, non passeranno: è lui stesso la parola definitiva di Dio, l’uomo giunto a quella piena realizzazione, verso la quale anche noi stiamo camminando.