24 In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, 25 le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
26 Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27 Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
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Il termine espresso con la parola “tribolazione” (ver.24) dice tutto il travaglio della storia, e ha un riferimento anche con la Passione del Signore che i discepoli di Gesù vivono e celebrano nella loro stessa esistenza come segno privilegiato di comunione con Lui. Dunque, anche questa “tribolazione” ha un significato profondo per il credente, sia nella sua personale vicenda sia nella “tribolazione” che accompagna la storia dell’umanità.
Anche la fine dei grandi eventi del cosmo, l’oscurarsi del sole e della luna e la caduta degli astri, si possono interpretare non come catastrofi, ma come il declino e la fine di grandi “segni” che lasciano il posto a Colui di cui sono e sono stati “segno”. Tra l’altro è bene non dimenticare che molte volte questi “segni” non hanno funzionato bene, e tuttora non funzionano bene, e questo accade quando appunto il segno” diventa la realtà stessa che dovrebbe significare. Ma quando il segno si sostituisce a ciò che dovrebbe significare, viene considerato in modo sbagliato, fino ad “adorare” ciò che non deve essere “adorato”. E’ bene non pensare al nostro tempo come ad un tempo che “non adora”: come sempre, anche il nostro tempo è espostissimo ad adorare quello che assolutamente non deve essere adorato! Anche il nazismo è stato una “religione”, e da noi anche un po’ il “comunismo”. E si rischia di “adorare” il piacere, i soldi, la carriera … Ma anche i dati della nostra fede religiosa sono esposti al pericolo di essere adorati: il Papa, anche uno bello e bravo come quello di oggi, verrebbe stravolto se venisse “adorato”. Cito questo esempio, perché forse anche certi “titoli” potrebbero essere usati con maggiore prudenza! Per esempio lo stesso titolo “Santo Padre” o “Santità”. Si dice che il titolo “Santità” vuol ricordare la Santità del Signore, ma chissà se il Papa è contento di essere considerato “la Santità del Signore”, Lui che con tanta sapienza ama collocarsi tra i peccatori. Scusate la digressione!
In ogni modo, la fine di questi “segni” lascia il posto a Colui che ci ama e ci salva: Gesù, il Figlio dell’Uomo, che vediamo “venire sulle nubi con grande potenza e gloria” (ver.26), Lui che si è fatto piccolo e povero fino alla Croce in obbedienza al Padre, Lui che per questo ha ricevuto il Nome che è al di sopra di ogni altro Nome. E il ver.27 dice che “Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti …”. Quando? Già adesso! Noi, infatti, siamo stati chiamati e raccolti insieme da coloro che sono stati e sono per noi gli “Angeli”, cioè gli annunciatori del Vangelo nella nostra vita. E anche noi, poveri peccatori, siamo mandati come Angeli a quelli che il Signore ci chiede di amare e di accogliere nel suo Nome.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Come afferma un commento, la “fine del mondo” qui descritta non è importante per se stessa, ma è la cornice per l’avvenimento grande e bello: la venuta del Figlio dell’uomo, sulle nubi (segno della divinità), con potenza e gloria. E’ una inaspettata sorpresa: Dio si presenterà a noi con questo volto umano, con il volto di un uomo. – In questa “apocalisse” non si parla di nemici e di eventuali castighi per i “cattivi”: c’è invece il raduno degli eletti da tutti i popoli (“dai quattro venti”) e la loro definitiva comunione con il Signore e con il Padre. Anche ogni fatica, ogni tribolazione della storia personale e collettiva sarà stata portata da Dio a quella meta positiva.