1 Mentre usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». 2 Gesù gli rispose: «Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta».
3 Mentre stava sul monte degli Ulivi, seduto di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: 4 «Di’ a noi: quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?».
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Mi sembra importante la “variante” di Luca rispetto al nostro testo di Marco e al testo parallelo di Matteo. Luca, cioè, apre il suo capitolo “apocalittico” con l’episodio della vedova povera con il quale Marco conclude il cap.12. La vedova e il suo gesto possono darci infatti un’immagine viva del volto nuovo della storia a motivo di Gesù che è venuto a gettare nel “tesoro” della creazione e della storia la sua offerta d’amore, la sua stessa vita.
E’ inevitabile cogliere in questo clima di “costruzioni” (ver.1) e di “ricostruzioni” la radicalità con la quale Gesù trasferisce il vecchio tempio di Gerusalemme nel tempio del cuore delle persone e nell’offerta della loro vita. Una rapida lettura di tutto Marco 13 mi porta a pensare che la domanda dei quattro discepoli – “quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?” (ver.4) – ha già presente la sua vera risposta. Per questo Gesù dovrà nel seguito del nostro brano richiamare la nostra attenzione su noi stessi e sulla vita nuova che in noi è iniziata per la Persona e per la Pasqua del nostro Signore.
Illusioni, e quindi attribuzione di eccessivo rilievo alla ricostruzione del tempio, e, al contrario, terrori come saranno citati nel seguito di questo capitolo, non sono la fine del mondo né la sua imminenza. La vera e profonda “fine del mondo” è la morte e la risurrezione di Gesù. La fine della stirpe di Adamo e la nascita dei figli di Dio. La Pasqua del Signore come sorgente della vita nuova negli uomini e nelle donne di tutta la terra. Ma dunque la testimonianza fino al martirio del Cristo del Signore nella nostra stessa vita. Come appunto diceva e addirittura gridava il gesto della vedova povera! L’Apocalisse è la vita nuova in ciascuno di noi!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.