35 Insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? 36 Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi. 37 Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.

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Con queste Parole Gesù vuole illuminare per noi il mistero della sua Persona che umanamente lo colloca in mezzo a noi come “figlio di Davide”, ma che entra nella storia dell’umanità come “il Figlio di Dio”. Per noi è decisivo che Gesù sia il Figlio di Dio e che si ugualmente “Figlio dell’uomo”, cioè “Figlio di Davide”. Ma “come”?
La citazione del Salmo 109(110),1 è la questione che Gesù pone a coloro cui insegna nel tempio. E a noi, oggi! Elemento assolutamente centrale della nostra fede, sempre dobbiamo metterci davanti a questo “interrogativo”! Per darci incessantemente la risposta, e cioè che “il Figlio di Davide” è “il Figlio di Dio”: è Dio! Gesù nato a Betlemme, Gesù cresciuto a Nazaret, Gesù che dona il su Vangelo e guarisce i malati e risuscita i morti, Gesù aggredito, e colpito e crocifisso: è Dio!
Contro tutte le immagini idolatriche e tutte le nostre istintive “grandezze”, alternativa severa e radicale rispetto a un Dio infinito e fuori dalla storia, Dio è Gesù, e lo è in pienezza con la sua Pasqua, che è offerta della sua vita per la salvezza di tutta l’umanità: “sangue versato per voi e per tutti”. Dio che dunque viene testimoniato e donato non attraverso i segni della grandezza, ma con il mistero dell’Amore che lo porta fino all’obbedienza della Croce.
Quel Gesù è il Signore. Di Lui dice Davide, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finchè io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi” (Sal.109(110),1). E’ dunque meraviglioso quel “come” detto da Gesù nella citazione del Salmo. Credo che dobbiamo guardarci da una troppo tranquilla e sbrigativa affermazione verbale o mentale su Gesù vero uomo e vero Dio. E’ molto più importante e prezioso coglierlo con stupore ogni giorno nella sua Parola. E coglierlo nella storia, dove molto facilmente nasce l’interrogativo di dubbio e di protesta: “dove sei, Signore?”; o addirittura: “ci sei?”. Ed è per questo che solo una chiesa “povera e dei poveri” lo testimonia con potenza! Come vedremo, se Dio vorrà, nel seguito di questo mirabile capitolo del Vangelo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Gesù è lui stesso la risposta al quesito che pone: è lui il figlio di Davide, il Messia atteso, ma è anche più di questo: è il Figlio di Dio e il Figlio dell’uomo. Egli non ha fatto uso del titolo “figlio di Davide”, che alludeva – nella tradizione di Israele – a un Messia regale, potente, capace di ribaltare la realtà della storia e fare di Israele il primo dei popoli. (In effetti, dovremmo evitare di osannare al “figlio di Davide” nella liturgia delle Palme – così ritengono bravi biblisti). Gesù ha scelto e usato il titolo di Figlio dell’uomo; è qui, infatti, la sua “rivoluzione”: Dio si è fatto uomo, è nell’umanità e nell’uomo. Più ci avviciniamo all’uomo, più ci avviciniamo a Dio e lo incontriamo.
Matteo inizia il suo Vangelo con la genealogia di Gesù, nell’intento di dichiarare che il Gesù nato a Betlemme è figlio di Davide in adempimento alle profezie citate da Roberto.
Ma Gesù in queste poche parole del Vangelo di Marco rovescia il senso , forse generando meraviglia in chi lo ascoltava, che l’Evangelista dice che volenieri lo ascoltava.
Questo capovolgimento della logica ed aspettative umane, anche di quelle buone e lodevoli che il Signore costantemente ci propone dimostrano veramene che le Sue vie non sono le nostre vie ed i Suoi pensieri non sono i nostri pensieri e mi fa dire, centurione sotto la croce, veramente Costui è Figlio di Dio cioè questo vero Uomo è anche vero Dio