20 La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. 21 Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». 22 Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! 23 In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. 24 Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. 25 Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe». [26 ]

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Mi sembra di grande rilievo, anche se non subito evidente, un ascolto di questa Parola che porti a considerare la potenza della preghiera – “se uno dicesse a questo monte …” (vers.23-24) – non nella direzione dell’albero seccato, come sembra ritenere Pietro, quanto in quella che Gesù voleva trovare, e cioè i frutti dell’albero, pur non essendone la stagione. Tale è la potenza della preghiera: “Tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà”. Gesù dunque pone il segno del fico disseccato, per dire come la fede e la preghiera siano capaci dell’impossibile.
Ma la potenza della preghiera ha una condizione, senza la quale non avrebbe la sua forza. Tale condizione è la misericordia! Il perdono! L’amore misericordioso è infatti la suprema potenza di Dio! Per questo è inscindibile dalla fede e dalla preghiera. Così (!), l’atto del perdono – “quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate ….” (ver.25) – è il segreto del potere della preghiera. Come infatti sappiamo dalla preghiera del Padre Nostro (Matteo 6,9-13 e Luca 11,2-4): “… perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe” (ver.25). In questo modo la potenza divina della misericordia diventa principio e fonte della potenza della nostra preghiera!
Per questo, mi sembra allora opportuno trascrivere qui anche quel ver.26 che gli esperti dicono mancante nei manoscritti più antichi, ma che a me sembra prezioso come conferma e completamento di quello che abbiamo già incontrato nella vicenda raccontata da Marco 9,14-29 dove Gesù guarisce il fanciullo che i suoi discepoli non hanno saputo salvare. Allora Gesù diceva: “Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera”. E oggi ascoltiamo da Gesù quale sia il segreto profondo della potenza della preghiera! Ed è quel perdono del mio fratello che porta anche me ad essere perdonato da Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Due importanti insegnamenti di Gesù. Il primo sulla fede: “senza dubitare in cuor suo”. Un commento osserva che il termine greco di “dubitare” contiene l’idea di “essere diviso”. Il dubbio ci divide nel nostro intimo tra Dio da una parte e le altre possibilità dall’altra, mentre l’uomo di fede è semplice, “indiviso” in se stesso. – La preghiera: “abbiate fede di averlo già ottenuto”. Dunque, il Padre ci dà in anticipo quello che gli chiediamo: il suo dono è garantito, al di là della richiesta. C’è la condizione del perdono reciproco: è cosa vana cercare un buon rapporto con Dio se non è buono quello tra di noi.