1 Il Signore aggiunse a Mosè: “Riferisci agli Israeliti: 2 Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue regole. 3 L’ottavo giorno si circonciderà il bambino. 4 Poi essa resterà ancora trentatré giorni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione. 5 Ma, se partorisce una femmina sarà immonda due settimane come al tempo delle sue regole; resterà sessantasei giorni a purificarsi del suo sangue. 6 Quando i giorni della sua purificazione per un figlio o per una figlia saranno compiuti, porterà al sacerdote all’ingresso della tenda del convegno un agnello di un anno come olocausto e un colombo o una tortora in sacrificio di espiazione. 7 Il sacerdote li offrirà davanti al Signore e farà il rito espiatorio per lei; essa sarà purificata dal flusso del suo sangue. Questa è la legge relativa alla donna, che partorisce un maschio o una femmina. 8 Se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due colombi: uno per l’olocausto e l’altro per il sacrificio espiatorio. Il sacerdote farà il rito espiatorio per lei ed essa sarà monda”.
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Ci troviamo oggi ad un passaggio troppo prezioso per non esigere che ci ricordiamo insieme che tutto il significato dei sacrifici di riparazione non è sempre e necessariamente collegato a colpe commesse da chi deve purificarsi, ma tali riti stabiliscono in ogni modo la necessità di ritrovare una condizione di integrità che consenta di porsi in relazione con Dio, il Signore della vita. Dunque più che mai questo va considerato davanti ad un testo come Lev.12, dove non si può certamente pensare ad una “colpa” della donna che ha generato un figlio.
Non sono in grado di dare indicazioni particolari sul ver.4, ma mi sembra di doverlo ugualmente segnalare per la delicatezza dei suoi termini. A me sembra ci sia anche qualche variazione tra le diverse versioni, e questo merita la nostra attenzione. Infatti, mentre indubbiamente la versione greca dice che la donna “siederà nel suo sangue impuro”, il testo ebraico sembra reso bene dalla versione latina che dice “manebit in sanguine purificationis suae”; e qui il commento ebraico arriva a suggerire che non si deve tradurre con “sangue della sua purificazione”, ma “sangue della purificazione”. Perchè mi preoccupo di fare dei “tentativi” di riflessione su questo passaggio? Perchè mi sembra che bisogna stare attenti a non pensare ad una condizione peccaminosa della donna che ha partorito, come dicevo sopra. Ma anche perchè forse bisogna guardare al sangue di quella mamma come ad una condizione di minorità in vista di un grande dono. Mi viene in mente il testo meraviglioso di Giovanni 16,21-23 e il paragone tra l’ora della passione di Gesù e l’ora del parto da parte della donna.
Scusate adesso la digressione, ma desidero dirvi di un crocifisso che abbiamo incontrato nel Camino di Campostela, e che si chiama Cruceiro de Lameiros. Uno dei nostri compagni di cammino, Alessio di Fano, ne ha fatto una bellissima fotografia che volentieri vi posso mostrare. In questo vecchio crocifisso del sec.XVII è rappresentato ovviamente il corpo del Signore crocifisso, e sul fronte opposto della stessa croce una maternità; non una Madonna con il Bambino, nè una mamma con suo figlio, ma una donna con il bambino nel grembo, dentro la pancia, in una immagine dolce e violenta insieme. La Croce, per noi cristiani, è il grembo della vita. Il sangue versato su quella croce è il principio della vita nuova, della nuova creazione. Quella morte attende la risurrezione, affinchè la morte cambi per sempre il suo nome e diventi quel “dare la vita” che perpetua per sempre la fecondità della Pasqua del Signore Gesù, e il senso nuovo della vita per ogni uomo e donna del mondo. Penso poi a come la memoria evangelica di Luca ha ripreso con affettuosa attenzione le norme di questo testo del Levitico per la Madre di Dio e per il suo Figlio Gesù. Forse questo ci aiuta a riascoltare con commozione nuova le parole che oggi il Signore ci regala?
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Certo che si resta perplessi nel leggere di questa “impurità” della donna che ha partorito, sapendo – tra l’altro – quale importanza avesse per gli ebrei la maternità. In realtà, qualcosa di misterioso, di grande avvolge tutto ciò che riguarda la vita e la sua trasmissione: è giusto quindi, per Israele, che ciò sia messo in relazione con il tempio di Gerusalemme e con la volontà divina, fonte di ogni vita. Don Giovanni ha spiegato con forza che, comunque, non si tratta di colpa della donna; e questo è confermato dal v.7, dove si conclude che, compiuto il rito di espiazione, la donna “sarà pura” (e non le “sarà perdonato”, come si dice parlando dei sacrifici di espiazione). In questi pochi versetti, troviamo riferimenti a: purificazione della madre, circoncisione del bambino, presentazione dell’offerta… Sembra proprio di vedere la famiglia di Gesù nell’adempimento di questi atti, alla presenza di Dio. La norma relativa alle mestruazioni mi ha fatto pensare a quello straordinario incontro di Gesù con la “emorroissa”: Gesù non la sgrida, non le dice che ha sbagliato, la tratta con una delicatezza che ci sorprende e ce lo fa amare.
Se il cap. 11 dava indicazioni sugli animali e i cibi puri e impuri, e quindi sulla contaminazione che viene all’uomo dall’esterno; oggi il cap. 12 sembra voler dire delle contaminazioni che invece vengono all’uomo dal suo interno. E da domani leggeremo che ci sono contaminazioni che l’uomo porta su di se, nella sua pelle e nella sua casa, contaminazioni con cui deve convivere.
I capp. 11 e 12 – peraltro – vogliono entrambi dire che Dio prevede delle modalità per eliminare questa contaminazione e impurità; e le vie indicate non sono difficili.
Il rito della purificazione della puerpera sembra nel cap. di oggi un fatto che riguarda lei e il santuario e il sacerdote. Invece leggendo il cap 2 di Luca, riguardo alla presentazione al tempio di Gesù e alla purificazione collegata alla sua nascita, il Vangelo parla della LORO purificazione, e LORO portarono il bambino al tempio per offrire il sacrificio prescritto ai poveri.Giuseppe accompagna Maria: è un dato non richiesto dalla legge, che nasce forse dalla “nuova” giustizia di Giuseppe, dall’amore.
I versetti di oggi mi sembrano molto importanti per quanto riguarda il parto, la maternità, il rapporto con il Signore.
La nascita di un figlio non è forse una questione ‘privata’ tra il marito e la moglie ma una questione di Dio.
Mi sembra che in questa questione della ‘vita nuova’ ci sia una grande partecipazione: di Dio, della madre e del padre, del ‘sacerdote’, tutti gli Israeliti.
Un mistero molto delicato che apre e dona l’idea di ‘famiglia’ molto più larga, ricca e piena..
Come abbiamo da poco visto con Maria..
La donna che partorisce sarà immonda per sette giorni o per due settimane e dovrà essere purificata con il sacrificio di espiazione. L’impurità della donna non è un’impurità morale, è un’impurità rituale. Ciò che riguarda il sesso, la trasmissione della vita, è qualcosa che porta la donna nel cuore del mistero di Dio. Qualcosa che esige un profondo rispetto. Perciò deve essere purificata. Non è qualcosa di negativo, anzi. Poi, nella storia della chiesa, si è fatto del sesso il peccato per eccellenza. Ma questo è un altro discorso. Questo brano mi fa ovviamente pensare a Lc 2,21-24, in cui si ripete “gli otto giorni prescritti”, “secondo la legge”, “come è scritto nella legge”, “come prescrive la legge”. Si ripete la totale sottomissione alla legge di Gesù e della sua famiglia, che adesso scopriamo non avere i mezzi per offrire un agnello e perciò offre due tortore o due colombi. Una famiglia ebrea, povera. Questo è il grembo da cui sboccia Gesù. E allora mi viene in mente Gal 4,4-5“Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.” Il figlio nasce da donna, come uno di noi; nasce sotto la legge, come uno qualunque del suo popolo. Ma ecco il rovesciamento, che è pienezza e compimento. Nasce sotto la legge per liberare dalla legge e per farci diventare figli adottivi; non naturali, ma adottivi, scelti, voluti, amati. E’ la continuità e la novità di Gesù.