11 In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 12 Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 13 Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». 14 Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». 15 Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 16 Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17 Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Luca 7,11-17

Solo Luca porta nella sua memoria evangelica la vicenda di Nain, che ci offre la grande figura protagonista di questa donna, madre e vedova, piangente sul figlio morto. Accanto a Gesù, è lei, e non il figlio al centro e al cuore della memoria di questa risurrezione da morte. L’attenzione particolare dell’Evangelista verso le figure femminili, lo porta a presentare la donna di questa vicenda come, in certo senso, una protagonista “universale”, una “madre dolente” di tutta l’umanità condannata e prigioniera della morte! In tal senso è significativo il concorso di due numerose folle: da una parte quella di Gesù, con il quale camminano “i suoi discepoli e una grande folla” (ver.11), e all’opposto la “molta gente della città” di Nain che porta alla tomba il figlio di questa vedova, “e molta gente della città era con lei” (ver.12). “Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: Non piangere!(ver.13). La Parola chiama verso di lei la nostra attenzione! Il ragazzo è il morto, e così viene chiamato anche dopo il miracolo: “Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì alla madre”. Vediamo la bellezza di questa figura protagonista della donna e della madre. Tra l’altro, ricordiamo che al ver.12 si diceva di lui che era “unico figlio”, un termine prezioso che Giovanni cita nel Prologo del suo Vangelo parlandoci del Figlio di Dio! Così, dopo la lode del Centurione per la potenza della Parola di Gesù, come abbiamo ascoltato nel brano precedente, oggi tutti – quindi le due folle che si sono incontrate accanto alla madre di questo figlio morto! – dicono: “Un grande profeta è sorto tra noi” e “Dio ha visitato il suo popolo” (ver.16).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.