49 Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50 Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! 51 Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52 D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53 si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
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COMMENTO Lc 12,41-53
Ci sembra che il Signore doni questa immagine e parabola dell’amministratore fidato e prudente a chi ha ricevuto un compito delicato e importante che dà significato a tutta la sua vita. Tuttavia, ci sembra poi che chiunque ascolti questa parola si senta interpellato, perché ogni esistenza ha la sua particolarità e la sua preziosità. Per questo speriamo che ogni lettore di queste note si consideri interpellato e visitato.
Il ver. 43 parla di un compito senza limiti, che solo la venuta del Signore potrebbe concludere.
Secondo il ver. 44 il compito è illimitato anche nel tempo.
Il pericolo, secondo il ver. 45, sarebbe quello di interpretare il ritardo del tempo come un’interruzione e quindi anche – ver. 45 – la fine della cura per le persone, ora decaduta in un rapporto violento e irresponsabile. Tale è la prova che verifica e giudica la fedeltà del servo. Più sarà di rilievo la responsabilità affidata al servo, più egli dovrà essere impegnato.
La conclusione è piena e severa: “quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più” (ver. 48).
Di grande interesse è il testo dei versetti 49-53, che annunciano una inevitabile diversità: “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione” (ver. 51). Tuttavia, tale divisione vuole esprimere soprattutto la “diversità”, che è il segreto dell’azione divina di salvezza e di amore. Dio vuol renderci partecipi dei suoi doni. Manda il Suo Figlio, che si fa figlio e fratello nostro, facendo così di noi la “famiglia” di Dio. La distanza infinita e di per sé inevitabile tra Dio e noi rivela e attua il dono dell’amore paterno di Dio per noi e quindi la salvezza che Gesù, il Figlio di Dio, con la sua Passione e la sua Croce dona all’umanità.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Francesco e Giovanni