Mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44 «Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini». 45 Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.
46 Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. 47 Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: 48 «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande».
49 Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». 50 Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Molto concretamente il nostro testo prende le mosse dallo stupore della gente per le opere compiute da Gesù (ver.43b). E’ questo ad orientare quanto oggi riceviamo dalla bontà del Signore, perchè, essendo straordinarie le opere, entra subito in campo il tema della potenza, dell’origine di tali meraviglie. Questo consente a Gesù di ribadire il segreto della sua potenza, come potenza d’amore fino al sacrificio. Rispetto ai testi paralleli di Matteo e di Marco, Luca si stacca perchè non mette sulle labbra del Signore tutto il percorso della sua passione e risurrezione, ma si limita ad affermare che il Figlio dell’uomo sta per “essere consegnato in mano agli uomini”. Il senso primo dell’affermazione rimanda certamente alla sua croce, ma il significato si amplia, perchè la “consegna” significa anche il dono della fede in Lui. Credo che vada tenuta ferma l’affermazione del ver.45, circa il non comprendere e la paura di domandare; questo qualifica efficacemente lo spessore di verità che sono sempre più grandi delle possibilità umane di comprenderle e di accoglierle.
Come accennavo sopra, e malgrado questo secondo annuncio della sua passione da parte di Gesù, nasce inevitabilmente una discussione sulla grandezza, cioè sulla potenza che consentirebbe quello che Gesù sta facendo. Anche qui, rispetto ai testi di Matteo e Marco, c’è una variante, in quanto al ver.47 dice che Gesù “prese un fanciullo, se lo mise vicino…”, mentre le altra versioni dicono di un fanciullo messo in mezzo a loro. In questo modo Luca accentua il confronto-rapporto tra Sè e il bambino. Per cogliere quindi il mistero della sua potenza non si deve ragionare di potenza, ma se mai di debolezza. I piccoli sono i più adatti a significare il segreto della potenza del Signore. Il grande segreto rivelato da Gesù è infatti quello della “debolezza” di Dio, cioè della sua infinita potenza d’amore che lo porta a farsi piccolo, “il più piccolo di tutti voi”(ver.48), e chiede a noi di farci piccoli nella fede cogliendo nella piccolezza l’elezione divina.
Il ver.49 corre nella stessa direzione, affermando che questa piccolezza di Dio consegnata agli uomini, esige che neppure si pretenda di controllare e regolare l’ortodossia di chi in ogni modo cammina dietro a Gesù, anche se non cammina “con noi”. Invita alla piccolezza della totale mansuetudine.