33 Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». 34 Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? 35 Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
36 Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. 37 E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. 38 Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. 39 Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
36 Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. 37 E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. 38 Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. 39 Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Come volesse dedurne un “titolo” conclusivo per l’intero cap.5, oggi la Parola ci propone due considerazioni di grandissimo rilievo, che sono importanti in se stesse e che sono guide preziose per l’interpretazione dei tempi e degli eventi. Anche – e soprattutto! – oggi!
Giovanni e i suoi discepoli rappresentano il tempo lungo della preparazione e della profezia di Israele. E, in Israele, in certo modo l’attesa di tutta la creazione e di tutta la storia del mondo. I digiuni e le preghiere dei discepoli di Giovanni esprimono l’attesa, e quindi anche la povertà e la tensione verso il futuro. Verso qualcosa o qualcuno che deve venire e avvenire. Tale è il significato e il valore di tutta l’economia della Prima Alleanza. Pur nella loro diversità rispetto alle pratiche farisaiche, preghiere e digiuni dei discepoli di Giovanni appartengono alla passata economia. Ma qui gli interlocutori che pongono la domanda colgono la diversità tra il comportamento dei discepoli di Giovanni e dei farisei e il comportamento dei discepoli di Gesù, come un’obiezione, e quindi una “critica” per un comportamento meno rigoroso e impegnato.
Gesù risponde dando un’interpretazione globale della situazione che si è generata con la sua venuta e la sua presenza: è una festa nuziale! E’ la festa per la presenza del Figlio di Dio, del Messia atteso da Israele, e attraverso Israele, da tutte le genti. Gesù è lo Sposo che è venuto a cercare la Sposa, cioè il Popolo di Dio, e ormai l’intera umanità. Tutto quello che abbiamo ascoltato e celebrato dal primo versetto del Vangelo fino a questo capitolo viene spiegato e illuminato con questa immagine nuziale. Non si può digiunare! Gli “invitati alle nozze” sono, alla lettera, i “figli delle nozze” (ancor più “alla lettera”, “i figli della sala nuziale”). Quindi, quello che ormai li qualifica nel modo più alto e più profondo: tutti nasciamo da questo incontro tra Dio e l’umanità nella Persona di Gesù! Digiuneranno quando “lo sposo sarà loro tolto”(ver.35). Ma io dico: per poco, perché in Lui la vita sarà più forte della morte. E quindi sarà una festa per sempre.
Tutto questo – e quindi tutto quello che stiamo ascoltando e celebrando nella nostra vita e nella nostra preghiera – è un “nuovo”, è “il nuovo”! Questo “nuovo” non ci sarebbe senza il lungo cammino che Dio stesso ha compiuto nella storia di Israele. Adesso però è necessario e irrinunciabile prendere atto e accogliere in pienezza il “nuovo” di Gesù. I vers.36-39 sono presentati da Luca come una “parabola”. Vecchio e nuovo sono inconciliabili, e la cosa vale sia per il vestito che per il vino. Non si può, ricevuto il Vangelo, tornare alla Legge! Certo, sappiamo, in noi stessi, che c’è una difficoltà che il solo Luca esplicitamente cita, ed è il ver.39. Chi è abituato al sapore del vino vecchio, lo trova più gradevole di quello del vino nuovo. Tutto il cap.5 ha voluto mostrarci e farci assaggiare la bontà del vino nuovo. Io capisco che in infiniti modi ritorno sempre al vino vecchio. Ma oggi desidero dirvi che il vino nuovo di Gesù mi ha incantato.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Non siamo solo “invitati alle nozze” ma addirittura – come ricorda don Giovanni – siamo “figli della sala nuziale”, del baldacchino nuiziale. Costoro erano gli amici più intimi dello sposo e partecipavano alle parti anche riservate del rito, fino alla lieta attestazione della verginità della sposa. Dunque, il Signore ci coinvolge in una intimità che non riusciamo nemmeno a immaginare. – “Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”». Su questo versetto mi sembra illuminante la spiegazione della Bibbia di Gerusalemme, secondo cui il vino nuovo offerto da Gesù non piace a coloro che hanno bevuto il vino vecchio della Legge o – aggiungo – che bevono il vino delle pratiche religiose, delle tradizioni e delle regole (che considerano più importanti delle persone e del bene dell’uomo).