21 Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22 e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
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Luca è il solo a scrivere che Gesù in quel momento ‘stava in preghiera’.
Le note dicono che in questo Vangelo Gesù prega molto e in momenti importanti.Lo fa anche negli altri Vangeli ma in Luca di più.
Questa sottolineatura nel battesimo di Gesù mi è sembrata molto significativa.
Soprattutto per il legame tra la preghiera dei cristiani e la preghiera di Gesù.
Per me non è semplice pregare.Oggi l’indicazione è di pregare con Lui?
Anche noi ci sentiremo dire che siamo figli amati?Penso di si.
E’ di grande rilievo l’affermazione del ver.21 quando dice che “tutto il popolo veniva battezzato”. Questo, essendo improbabile come fatto concreto, diventa prezioso come significato profondo. Il Battesimo di Giovanni – qui, tra l’altro, egli è già stato imprigionato! – conclude la grande vicenda della Prima Alleanza, ribadendone il valore essenziale di preparazione e di profezia. Israele è pronto a ricevere il Messia del Signore. E, nello stesso versetto, ecco la presenza di Lui, una presenza radicalmente in mezzo alle gente, battezzato tra i battezzati, Dio con noi e Dio tra noi! Da qui, dal nostro stesso grembo, dalla nostra storia comune, partirà l’annuncio della vita nuova e piena, destinata all’intera umanità. Dio è uno di noi!
Con una nota forte ed essenziale, perché si dice che “stava in preghiera”. Celebra la piena comunione tra Dio e il piccolo Israele che Dio ha eletto come suo popolo. Prega perchè è piccolo! Prega perché tutto chiede e riceve dalla bontà e dall’amore del suo Signore. Prega perché ringrazia per tutto il bene che incessantemente riceve. Pregando, celebra la comunione d’amore.
Tale comunione d’amore diventa evento nella discesa dello Spirito Santo. Lo Spirito, dice il ver.22, “discese sopra di lui in forma corporea, come una colomba”: consideriamo con attenzione l’attributo “corporea”. Con Gesù lo Spirito di Dio scende nella concreta realtà, nella “fisicità” dell’umano. Nella storia quotidiana dell’umanità. Siamo al principio e alla fonte di quei “doni dello Spirito” che daranno nuova luce e potenza all’umile esistenza umana.
La voce dal cielo proclama la realtà, il mistero e la potenza di Gesù: “Tu sei il Figlio mio, l’amato”(ver.22). E anche questo sarà principio e fonte della “divinizzazione” dell’umanità. Non quella cattiva suggerita ai progenitori dal serpente come rapina e conquista, ma come frutto prezioso dell’amore di Dio per l’umanità che porterà Gesù fino alla Croce. Fino al totale dono di Sé. Come l’antica elezione di Israele custodiva la promessa della salvezza per tutti i popoli, così la condizione assolutamente unica del Figlio, l’“Amato”, è principio e fonte della paternità di Dio per tutta l’umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.