39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40 L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41 Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42 E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43 Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
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Con questo episodio Luca sigla il suo essere il vangelo della misericordia. Giunge qui al culmine un cammino, che aveva avuto le sue tappe principali e originali, rispetto agli altri vangeli, nel cap. 7, con l’episodio della peccatrice nella casa del fariseo e nel cap. 15, con le tre parabole dette appunto “della misericordia”. Oggi l’elargizione del perdono è al grado massimo gratuita e non condizionata: il ladrone non può neanche fare proponimenti di ravvedimento e vita nuova, dal momento che la sua vita sta concludendosi; può solo affidarsi al “ricordo” che Gesù, una volta entrato nel suo regno, vorrà avere di lui.
Inoltre c’è qui un segno ulteriore, in progresso, di questo amore di Dio per l’uomo peccatore, che ancora non era stato rivelato nelle occasioni precedenti: l’elargizione della misericordia non è fatta dall’alto di un Dio buono, ma ancora distante, bensì da un Dio che l’uomo peccatore trova inaspettatamente accanto a sé, “condannato alla stessa pena”.
Resta una sospensione d’animo per la sorte dell’altro ladrone, quello non “buono”; eppure, quel suo dire “salva te stesso e noi”, forse può essere inteso, pur nella rabbia e nell’offesa verso Gesù, un’estrema e inconfessata preghiera.
Auguro a tutte/i un buon inizio di nuovo anno liturgico e di cammino verso il Natale. F.
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-2339-43.html
Al v. 43 il codice di Beza (codice D) ha questa sconcertante inserzione:
“in risposta Gesù disse (proprio) a quello che gli stava facendo rimostranze: ‘Coraggio, oggi sarai com me nel paradiso'”.