41 Allora egli disse loro: «Come mai si dice che il Cristo è figlio di Davide, 42 se Davide stesso nel libro dei Salmi dice:
Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra
43 finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello dei tuoi piedi?
44 Davide dunque lo chiama Signore; perciò, come può essere suo figlio?».
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Il Regno di Dio è vicino, presente e potente nella Persona, nella Parola e nella prospettiva pasquale dell’opera di Gesù Tale veniva affermato e confermato nella questione del tributo a Cesare e nella risposta di Gesù al rapporto tra nozze e risurrezione nella sua riposta alla parabola sadducea. Oggi è Lui stesso a provocare il suo auditorio con una domanda proposta dalle Scritture stesse riguardo alla persona del Messia e alla sua opera, domanda che ha in realtà accompagnato e caratterizzato tutto questo cap.20.
Sembra esserci – questa è la questione posta da Gesù – una contraddizione tra l’attribuzione al Cristo del suo essere “figlio di Davide”, e la Scrittura, che nel Salmo 109(110),1, lo chiama “Signore”. Come sono compatibili l’essere “figlio di Davide”, e quindi figlio di un uomo, e la realtà e il titolo del suo essere “il Signore”? Gesù, quindi, è un uomo, o è Dio? In questo senso possiamo ripercorrere rapidamente il quesito sulla autorità-potenza di Gesù ai vers.1-8. E la parabola dei vignaioli omicidi, vivacemente contestata dagli scribi e dai farisei che decidono di “mettergli le mani addosso” al ver.19 di questo stesso capitolo.
Ma qui siamo appunto al cuore del mistero cristiano e del suo annuncio di salvezza! Gesù è il Figlio dell’uomo e il Figlio di Dio. In Gesù Dio si è totalmente consegnato alla condizione ferita e prigioniera dell’intera umanità. Tutta la grande profezia ebraica si raccoglie e si adempie in Lui, il Salvatore del mondo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-2041-44.html
In questo piccolo episodio, Gesù non pone se stesso, la sua persona al centro dell’attenzione; mi pare che la sua intenzione non sia quella di presentarsi come Figlio di Dio, quanto piuttosto di correggere coloro che ritenevano che il Messia fosse figlio e successore di Davide. E’ innegabile, tuttavia, che in queste parole Egli compaia e ci permetta di considerarlo come “il Signore”. E’ il titolo che poi è prevalso nella primitiva comunità credente… e che noi amiamo ripetere e con cui ci rivolgiamo a lui ogni giorno: Signore…