1 Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2 quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9 Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10 Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
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Il dono della Lectio continua, di cui mai ci stancheremo di ringraziare il Signore per aver chiesto a don Giuseppe Dossetti di farne una grande proposta per la preghiera cristiana, ci consente oggi di accogliere la memoria di Zaccheo che solo il Vangelo secondi Luca ci regala, in una prospettiva singolare, che non è certo l’unica per celebrare questo testo meraviglioso – d’altronde sappiamo che la Scrittura, come diceva S.Gregorio Magno, incessantemente “cresce con chi la legge”(!) – ma che ci offre una prospettiva nuova, almeno per quanto mi riguarda. Ieri eravamo con Gesù alle porte di Gerico, dove Egli ha illuminato il mendicante cieco, e oggi siamo in città, dove incontra il ricco Zaccheo, capo dei pubblicani del luogo.
Di questo ricco peccatore – che ci fa pensare anche al ricco “buono” incontrato da Gesù e da noi nel capitolo precedente – si dice di un certo limite fisico (non certo perché disprezziamo i “piccoli di statura”) – e di un suo desiderio “curioso”: “Cercava di vedere chi era Gesù”. Non è un desiderio da poco! E l’ostacolo della piccola statura non lo ferma, ma lo fa correre e salire sul sicomoro. Ho il sospetto che dentro di Lui già stia una “presenza” che il testo non denuncia e che Zaccheo sembra peraltro non percepire. Tutto sembra essere solo pura curiosità. Intanto al ver.4 si conferma il suo desiderio, quello di “riuscire a vederlo”. Insomma, lo vuole vedere a tutti i costi!
Ma è Gesù a vederlo! Il testo scegli qui quel verbo “alzare lo sguardo” che abbiamo incontrato tre volte nella vicenda del cieco, ai vers.41.42.43, reso nella versione italiana con il verbo “vedere”. Ma forse, dicevamo, “alzare lo sguardo” è più complesso e ricco del semplice “vedere”, che oggi ritroviamo al ver.7, nello sguardo di disapprovazione di tutti i concittadini di Zaccheo! Di che cosa mormoreranno questi? De piccolo dialogo e dell’accordo tra il loro concittadino furfante e il giovane rabbino di Galilea che passa tra di loro. Noi amiamo profondamente queste parole di Gesù: ”Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Non cessa di stupirci e di commuoverci questa dichiarazione di “obbedienza” – “oggi fermarmi a casa tua” – che dice la grande missione del Figlio di Dio obbediente al Padre, che lo manda a Gerico, come a Bologna, come a ciascuno di noi. E “oggi”! E amiamo la pronta e silenziosa risposta di Zaccheo: “Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia”: in un istante tutto è cambiato e si capisce il perché vero di quella curiosità che lo aveva spinto – lui, il ricco signore Zaccheo! – ad arrampicarsi, piccoletto, ma evidentemente abbastanza agile, su quella pianta dove peraltro lui non ha fatto in tempo a vedere Gesù, perché questi è stato più svelto di lui e su di lui ha “alzato lo sguardo”.
E’ bellissimo che all’osservazione indignata degli altri – “E’ entrato in casa di un peccatore” – reagisca per primo e subito proprio lui, Zaccheo, interpretando in ben altro modo il significato e la potenza dell’ingresso di Gesù a casa sua, con la dichiarazione della sua volontà di riparare le malefatte della sua vita con segni grandiosi di restituzione e di carità (ver.8). Ed è meravigliosa l’affermazione del Signore per illuminare il senso profondo della sua visita alla casa del peccatore incallito: “Oggi, per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”. La “salvezza” è personificata e resa presente in Lui, che si proclama “Figlio dell’uomo”, Lui , il Figlio di Dio, che si è fatto “noi” per salvarci. Per questo è venuto: “Per cercare e salvare ciò che era perduto”: Zaccheo e con lui tutti noi.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-191-10.html