8 Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? 9 E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. 10 Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
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Ho pensato bene di non interrompere la nostra Lectio continua del Vangelo secondo Luca, e per questo ho domandato a S.Francesco e a S.Petronio di darci un piccolo posto. Perciò oggi ascoltiamo Luca 15,8-10, e domani la prima parte della parabola del “prodigo”, e cioè Luca 15,11-24.
Nella parabola della donna e della sua moneta, le proporzioni sono diverse rispetto alla pecora di ieri. Una nota della bibbia dice infatti che una “dracma” vale circa una pecora, ma la donna della parabola di oggi di dracme ne ha dieci, mentre il pastore di ieri aveva cento pecore. Questa moneta dunque rappresenta un bene molto più rilevante: un decimo del suo patrimonio. Veramente lei non può rinunciare a cercarla con ogni cura, e l’avverbio “accuratamente” del ver.8 ha la stessa radice del verbo “prendersi cura” che abbiamo trovato nella parabola del Samaritano in Luca 10. E’ commovente questo paragonare Dio ad una massaia che spazza accuratamente la sua casa non per pulirla ma per trovare la moneta. Tale è infatti la vera pulizia che bisogna sempre fare nella casa del Signore: non per eliminare lo sporco, ma per trovare tutti i suoi figli perduti.
Altro termine importante è “la lampada” che la donna accende per trovare la sua moneta. Questa lampada è in Luca 8,16 la vita nuova che il Signore ci dona, affinchè quelli che entrano in casa vedano la luce, e in Luca 11,33-36 è il nostro occhio quando tutto vede nella luce della misericordia divina. Se teniamo presente questa immagine, diventa di grande rilievo la parte che i discepoli devono giocare nella ricerca che Dio fa per cercare e trovare la preziosa moneta di chi è smarrito, e che Lui vuole assolutamente trovare.
C’è “gioia davanti agli angeli di Dio – ed è la gioia stessa di Dio! – per un solo peccatore che si converte”(ver.10). Ovviamente anche qui, come per la pecora dell’immagine precedente, il peccatore che si converte è in realtà quello che Dio appassionatamente cerca finchè non l’ha trovato. “Le amiche e le vicine” di oggi prendono il posto degli “amici e dei vicini” del pastore di ieri, e rappresentano oggi “gli angeli di Dio” del ver.10.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007 (Lc 15,1-10):
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-151-10.html