25 Una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: 26 «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27 Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
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Proviamo ad accogliere con attenzione e pace la Parola grande e severa che oggi Gesù ci rivolge. Mi sembra di grande rilievo l’osservazione del ver.25: si tratta di “una folla numerosa” che “andava con Lui”. Quello che Gesù dice nei versetti seguenti non è quindi l’insegnamento speciale dato per condizioni speciali, ma per tutti. E questo deve essere mantenuto per interpretare le Parole che seguono. Non voglio quindi “mitigare” e banalizzare la Parola del Signore. Voglio semplicemente dire che alla folla numerosa che va con Lui Gesù sta dicendo come ognuno deve porsi per seguirlo come discepolo. Quindi, sta delineando la figura di ogni cristiano, qualunque sia la sua condizione di vita.
La nuova versione modifica la precedente sostituendo la versione letterale “se uno viene a me, e non odia suo padre, sua madre…” con una più “tenera”, “se uno viene a me, e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre…”. Però qui mi sembra di vedere il limite di tale proposta, perché porta il discorso ad un livello “quantitativo”, cioè con l’affermazione che bisogna amare Gesù più del proprio padre e madre… Ma io penso che non si tratti di “quantità”, ma piuttosto di “qualità” dell’amore. E penso così per come tale amore viene descritto al ver.27, dove è discepolo colui che porta la propria croce e segue Gesù.
Cerchiamo di cogliere il significato di questo “prendere la croce e seguirlo”. Penso che la spiegazione più semplice e diretta sia quella della Pasqua di Gesù e della nostra chiamata a seguirlo in questo cammino pasquale. E’ un cammino di morte e risurrezione. E’ il cammino della vita nuova in Lui e con Lui. Gesù non credo voglia che odiamo i nostri cari, e neppure che amiamo Lui più di loro. Penso che debba invece finire il modo “vecchio” del nostro amare per lasciare il posto al nuovo volto dell’amore, quell’amore di Dio che abbiamo conosciuto e abbiamo ricevuto dalla morte e risurrezione di Gesù. Adesso possiamo e dobbiamo amare tutti e tutto “in Gesù”, e cioè nella sostanza e nella modalità del suo amore.
Credo dunque che per accogliere la Parola di oggi dobbiamo fare riferimento forte all’unico grande comandamento che Gesù ci dona e ci chiede: l’Amore. In tale comandamento è assolutamente simile l’amore di Dio e l’amore del prossimo. La Pasqua di Gesù è il grande paradigma dell’Amore. E’ il suo atto supremo di amore per il Padre e di amore per tutta l’umanità. “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine”: siamo all’inizio del cap.13 di Giovanni, e quell’amore “fino alla fine” è un’indicazione temporale, ma è soprattutto per dire la radicalità e la totalità della sua offerta d’amore!
Questo è il significato della croce: ognuno ha la sua, perché per ognuno la vita, le relazioni e gli affetti, le vicende e i sentimenti hanno la loro storia. Ma ormai, in ogni storia si rende presente l’amore pasquale di Gesù. Anche in situazioni e persone di grande piccolezza. Anzi, con una particolare elezione dei piccoli e dei poveri e della loro piccolezza e povertà. La “Pasqua” di ognuno è umile celebrazione della Pasqua del Signore Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007 (Lc 14,25-35):
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-14-25-35.html
Penso anch’io che le parole di Gesù non siano per invitarci alle cosiddette “rinunce” o per svilire gli affetti importanti della nostra vita ma, al contrario, insegnandoci ad amare Lui e ad amarci come Lui ci ama vogliano restituirci quegli stessi affetti rinnovati in Lui e non più soggetti al termine della morte. Nel corpo e sangue di Gesù dell’eucarestia io ritrovo tutti i miei cari sia viventi in terra sia viventi nel seno del Padre.
Nessuno ha un amore più grande di questo : che offra la sua vita per i suoi amici ( Giovanni 15,13-14)
Il Signore ci ama di un amore semplice,totale quello di un Amico che dà la vita per i suoi amici e ci suggerisce , se siamo suoi amici, di usare lo stesso amore che forse è decisamente di più di quello che riserviamo ai rapporti umani, anche più stretti.
Questo non vuole dire che l’uomo non possa avere gesti bellissimi ed estremi, nella storia ce ne sono molti.
Ma il Signore ci chiede di provare ad amare con l’amore con il quale ci ha amato Lui.
Penso che quella vertigine sia stata provata dai Santi tra cui Santa Teresa di Gesu Bambino di cui oggi è la memoria
Il nostro Signore Iddio, Padre nostro celeste desidera essere messo al primo posto nella nostra vita e questo solo per il nostro bene.
Infatti se così non sarà e nella nostra vita ci facciamo altri idoli,come la nostra famiglia, il nostro lavoro,le nostre passioni ed i nostri desideri, ci allontaniamo da Colui che è fonte di vita,luce nel nostro cammino,continueremo ad attingere dalle fonti che offre il mondo vivendo una vita egoistica e perseguendo ideali materialista che portano a nuova sete continua,senza mai trovarne appagamento,è come costruire una casa sulla sabbia alla prima tempesta tutto crolla.
Solo divenendo Gesù il nostro Signore esempio da imitare ed adorare, cammineremo nella Sua volontà e coglieremo tutte le benedizioni che Lui ha preparato per noi e che tornano a beneficio di tutti coloro che ci circondano.
Lui,si è fatto carne per noi donando tutto di sé stesso, un meraviglioso cantico afferma che Il nostro Signore ha donato tutto a noi,cosa possiamo donare a Lui che già non abbia donato Lui a noi?Solo adorandoLo e offrendoGli noi stessi,chiedendoGli di darci un cuore nuovo,una mente nuova,desiderare solo ciò che Lui desidera senza lamentarci o rifiutare ciò che ad oggi abbiamo davanti nel nostro cammino,sopportando,soffrendo,credendo e sperando ogni cosa grazie alla forza del Suo Amore,al Suo sostegno ed alla Sua consolazione, possiamo adempiere la Sua volontà pregando per coloro che amiamo e che il Signore ha messo nel nostro cammino,affinché anch’essi possano desiderare lo stesso ed attingere dell’unica sorgente di vita eterna,Gesù Cristo nostro Liberatore e Salvatore.
Affidarci a Lui,confidare in Lui in ogni nostro bisogno è come costruire la nostra casa sulla roccia,anche la più forte tempesta dell’Universo non la potrà mai fare crollare:benedetto,santo e fedele è il nostro Dio,Creatore dell’Universo, Dio degli eserciti e delle nazioni,Padre eterno e misericordioso!