49 Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! 50 C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
51 Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. 52 D’ora innanzi in una casa di cinque persone 53 si divideranno tre contro due e due contro tre;
padre contro figlio e figlio contro padre,
madre contro figlia e figlia contro madre,
suocera contro nuora e nuora contro suocera»
Mettiamo tutta l’attenzione della mente e del cuore in questi vers.49-50, che ci offrono una rivelazione tanto incisiva dell’ “animo” del nostro Signore! Mi sembra che queste parole siano uno “stacco”, una sosta rispetto ai temi che sta trattando, e un improvviso aprirci il suo intimo, un suo renderci partecipi della tensione interna che lo occupa. Non mi piace molto la tesi che attribuisce a questi pensieri-sentimenti la fisionomia del “lato umano” della sua persona. Non mi piace questa “separazione”(oggi molto “in tema”) del suo intimo. In Gesù, Dio e l’uomo non si possono separare, e quello che Egli vive è il “divino” calato nell’uomo, la via per la quale l’uomo può ormai vivere il “sentimento” di Dio. Qualcuno potrebbe affermare che Dio “non ha sentimenti”. Io ritengo invece che i nostri sentimenti umani siano la pallidissima “celebrazione” dei sentimenti di Dio.
L’immagine del fuoco da portare sulla terra – alla lettera è “gettare sulla terra” – esprime in termini forti l’azione divina, il dono di questo fuoco che è lo Spirito Santo, il Vangelo, la vita nuova, la pienezza dell’amore, la potenza del dono di Sè….E’ quel “Dio con noi” che in Gesù Cristo si realizza compiutamente.
L’immagine del battesimo da ricevere del ver.50 esprime in modo potente la sua Passione. Dunque, azione divina al ver.49, passione divina al ver.50. Preferisco tenere il testo alla lettera, che dice:”Un battesimo ho da essere battezzato”, perchè rende efficacemente la “passione”, cioè la totale mitezza di Gesù davanti al mistero di morte che sta per aggredirlo. L’espressione “come sono angosciato” è una libera versione di “sono preso, sono stretto”, ma rende efficacemente per persone del nostro tempo quella condizione dell’animo che vive la morte e tutto il suo dramma nel profondo della psiche. Certo, non si può ridurre tutta la condizione in cui Gesù dice di trovarsi ad un livello puramente psicologico. Nel suo stato d’animo sta tutto il suo pensiero, la sua preghiera, la sua obbedienza al Padre, il suo porsi di fronte all’umanità e alla sua storia mortalmente ferita…Gesù ci svela la pena profonda del suo cuore.
Mi sembra importante tenere ben collegate queste parole a quelle che seguono nel nostro testo, ai vers.51-53. Vedo che in genere i commenti vedono in questa “divisione” l’elemento negativo provocato dal Vangelo, e dal fatto che la sequela del Vangelo porta con sè l’esposizione al disaccordo o al rifiuto anche delle persone più care. La pace di Dio non è condivisa dal mondo. Tuttavia mi sembra si possano ricevere queste parole con maggiore attenzione e profondità. Nella lingua del Vangelo i termini che indicano la divisione sono vicini a quelli che dicono la parte, la porzione. Questo apre una grande porta sulla particolarità della comunione cristiana. Essa non è uniformità, ma comunione di diversità. A Dio non piace Babele non solo perchè è il tentativo di salire a Dio con le proprie forze e capacità, ma anche perchè è l’opera di un’umanità che trova la sua forza in una compattezza di linguaggi e di progetti che pretende di poter fare a meno di Dio stesso. Ma l’unione secondo Dio è il raccogliersi in Dio dei diversi e dei dispersi. La comunione è l’eterno travaglio di un cammino di conversione e di accoglienza. L’amore non è condizione definitiva e statica, ma è incessante dinamica. Non è quindi detto che la nuora e la suocera siano divise perchè una ha la fede e l’altra no. Anche se entrambe hanno la fede, il loro volersi bene è una strada quotidiana di preghiera, di pensiero, di conversione, di accoglimento reciproco, di apprezzamento del dono dell’altra persona….Molte volte l’amore deve essere vissuto nel dolore di distanze e incomprensioni, ma non per questo non è amore! Così è la Pace che Cristo è venuto a donare sulla terra.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
I primi versetti di oggi si possono collegare alla annotazione del capitolo 9 su Gesù che indurisce il suo volto in direzione di Gerusalemme, rivelandone in modo più personale la sua adesione intima al cammino intrapreso. D’altra parte Gesù pone qui il fondamento e l’esempio per quella necessità di perseveranza che aveva segnalato ieri ai suoi discepoli.
Il fuoco che Gesù è venuto a gettare sulla terra non è certo quel fuoco che Giacomo e Giovanni avrebbero voluto far scendere dal cielo per la distruzione dei Samaritani che non avevano accolto Gesù perchè il suo volto era fisso verso Gerusalemme. Si può invece accostare all’immagine di oggi l’inizio del cap. 8 dell’Apocalisse, dove, al termine di una liturgia in cielo, un angelo prende un incensiere, lo riempie del fuoco preso sull’altare, e lo getta sulla terra. Gli elementi di quella liturgia celeste possono fare venire in mente la liturgia del giorno dell’espiazione. Secondo questa pista, questo fuoco è dunque totalmente collegato alla sua pasqua, parallelamente all’immagine successiva del battesimo.
Rispetto alla divisione, si può ricordare che al capitolo 11 Gesù aveva sottolineato l’intrinseca compattezza del regno di Satana-uomo forte, che poteva essere spezzata solo dall’esterno, per un intervento del più forte di lui. In questo senso la divisione è una incrinatura di questa compattezza, che rimanda alla dissoluzione finale e totale del regno antico e alla unità nuova nel regno alternativo, per mezzo del sangue dell’agnello.
Non hai chiarito la parte , dove Gesù dice:sono venuto a portare il fuoco sulla terra, come vorrei che fosse già acceso. Ti scrivo quanto mi ha spiegato il mio Grande Maestro Spirituale Roberto. Con la parola terra, Gesù indica l’essere umano, secondo il racconto biblico che l’uomo è stato fatto con la terra , e in questo caso vuol proprio dire l’uomo. Ma quando dice “fuoco”intendeva del chakra Sacro del Plesso solare.Ora questo Fuoco Divino voi lo avete già ricevuto e sta a voi perchè questo fuoco arda , perchè il Sole di Cristovi doni il discernimento. … e mi fermo quì. Pace e bene ASERE
chi vuole seguirmi deve andare contro corrente, ognuno prenda la prorpia croce e mi segua, chi si volta indietro non è degno di venire dietro a me , le mie vie non sono le vostre vie i miei pensieri non sono i vostri pensieri, chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me, e vengo per mettere divisione nel senso che il seguire Cristo comporta odio da parte dei propri familiari perchè a causa del mio nome vi perseguiteranno,, sarete traditi perfino dai vostri genitori, amici, parenti, fratelli, perciò sarete odiati a causa del mio nome, io sono vicino più di quanto voi crediate, e il fuoco che getterò su di voi sarà il nuovo battesimo, la nuova professione di fede a conferma della vostra fede. con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
Non sono un teologo, ma il senso di questo brano mi appare chiaro. Il fuoco che porta Gesu’ e’ il fuoco della Verita’, che necessariamente ‘brucia’ i rapporti umani, generando quindi divisione, quando questi, come spesso avviene anche in famiglia, sono fondati sulla menzogna e sull’ipocrisia.