Caro Giovanni, volevo chiederti se puoi dedicare la tua rubrica domenicale sul Carlino alla sartoria del carcere.

Come sai, l’attività con le detenute ha appena compiuto un anno di vita e ci sembra una cosa buona; stiamo però lottando a denti stretti per andare avanti perchè le difficoltà economiche non ci danno tregua. Grazie. Martino

Carissimo Martino, sono ben contento di portare a conoscenza dei lettori della mia piccola rubrica la tua bella impresa nel carcere della Dozza: un piccolo laboratorio di sartoria che non vuole e non può essere un’impresa commerciale, ma la possibilità offerta ad alcune ospiti  di poter impiegare il tempo sempre troppo lungo di qualche giornata con un lavoro che le vede come lavoratrici regolarmente assunte e stipendiate.

Come riuscire a mantenere l’impresa? Tu stesso mi scrivi che “le difficoltà economiche non ci danno tregua”. Ecco allora il “banchetto” che tu hai ideato e che da qualche settimana si può incontrare in qualche angolo della città dove si ottiene dal Comune il permesso di vendere i vostri prodotti. Le venditrici sono alcune amiche, tra le quali anche la sarta che entra nel laboratorio a svolgere il suo lavoro di maestra e di guida delle lavoratrici. Gli oggetti in vendita sono molto graziosi e molto economici.

Purtroppo il banchetto lo si trova qua e là, quasi per caso. Lo spessore morale dell’iniziativa è altissimo. La sua resa economica finora è un po’ limitata. Sarebbe un gran peccato che non riusciste ad andare avanti. Il lavoro è un elemento essenziale del progetto riabilitativo delle persone, ma la sua realizzazione è complessa per tanti motivi.

Ormai credo di conoscere l’animo e l’attenzione di chi legge queste parole domenicali. Sono certo che a tutti loro piacerebbe sostenere la vostra bella iniziativa. Possiamo sperare che diventi facile trovarvi con il vostro banchetto? La domenica in cui siete venuti sul sagrato della chiesa della Dozza, tutti sono stati molto contenti. Oltre ai luoghi consentiti dal Comune, sono sicuro che molte parrocchie sarebbero felici di ospitarvi! Intanto, buona fortuna, e il Signore vi benedica.

Con amicizia. d. Giovanni. 5 gennaio 2012