In una situazione come quella della nostra povera Italia, ha senso ancora interessarsi alla politica? I miei tre giovani figli sembrano lontani da questo interesse, diversamente da me che alla loro età partecipavo con passione alle vicende politiche non solo italiane ma di tutto il mondo. Loro pur essendo legati alla chiesa pensano che l’impegno migliore sia quello di un volontariato utile a qualcuno, soprattutto ai più poveri. Credevo che il governo che adesso guida il nostro paese non potesse che essere provvisorio, ma data la situazione ho molti dubbi. Dove si andrà a finire?……
Alla politica s’interessa anche chi se ne disinteressa, perché in ogni modo è parte di un corpo sociale che deve pensare, decidere e agire nella conduzione della vita della comunità. Più ci disinteressiamo, più deleghiamo altri a pensare, decidere e fare al posto nostro. Per noi cristiani la politica può avere persino un significato altissimo, nella misura in cui rivela e attua una nostra interpretazione spirituale della storia. È l’orizzonte nel quale i doni ricevuti, le conoscenze perseguite, le interpretazioni più preziose del vivere personale e comunitario, comprendiamo che non possiamo tenerle nello stretto ambito della nostra vita privata, ma dobbiamo desiderare e operare perché possano essere offerte a tutti coloro che vivono nel nostro tempo la nostra stessa vicenda. Allora la politica diventa la proiezione comunitaria della nostra “vita buona”.
Certo, per noi ci sono almeno due condizioni irrinunciabili. La prima è che la politica non può mai diventare la professione e il mestiere di nessuno. Anche se può accadere che essa richieda una nostra esposizione e una nostra operosità diretta, questo non può che essere temporaneo, e non può essere scambiato con l’elemento privilegiato della nostra partecipazione alla vita collettiva che è il nostro lavoro. Saggiamente la Costituzione fonda la repubblica sul lavoro di ciascuno e di tutti. Anche perché, e questo è il secondo elemento irrinunciabile, almeno per noi cristiani , è doveroso pensare la politica come gratuità. Se pure possono esserci momenti e passaggi nei quali chi è impegnato direttamente deve poter ricevere un giusto sostentamento, bisogna che noi rifiutiamo una situazione come l’attuale, dove l’impegno politico si intreccia con retribuzioni esagerate e vantaggi ingiustificati. Ma quello che oggi manca alla politica è più drammaticamente l’assenza di un pensiero e quindi di un progetto. La politica deve essere passione, e non solo amministrazione. Deve essere una specie di innamoramento. Ma oggi la seduzione è piuttosto scarsa.
Intanto, buona Domenica a lei e a tutti.
d.Giovanni della Dozza.
Domenica 28 ottobre 2012.