Un festa un po’ appartata quella di oggi, trentun maggio, festa della Visitazione. Per la fede cristiana la più grande "Festa della Donna". Incontro tra donne. Amicizia tra donne. E in tutto questo, la fede e la sapienza della vita cristiana come un grande nuovo "fatto umano". Avete visto "I cento chiodi" di Olmi? Il cristianesimo come un fatto umano, forse oltre i limiti consentiti. Olmi si ammala gravemente e alcuni amici lo esortano ad avere fiducia in Dio. Gli chiedono:"E tu hai avuto fiducia in Dio?" "No – risponde lui – ma ho avuto fiducia in chi mi diceva di avere fiducia in Dio".

E così i suoi cento chiodi, una riscoperta del Vangelo di Gesù nella tessitura della vita ordinaria di tutti. Non una salita dell’uomo verso Dio, ma la discesa di Dio verso l’uomo, fin dentro la sua storia piccola e quotidiana. E’ provocazione che anche Gustavo Zagrebelsky lancia nel suo "Il e la democrazia" affermando che la vicenda di Gesù è così vera che non ha neanche bisogno di essere storicamente avvenuta, perchè avviene, in positivo e in negativo, nella struttura profonda di ogni esistenza umana. E’ in ogni modo il paradigma profondo di ogni vita.
Così nella Visitazione, accanto ai molti significati "alti" della memoria evangelica di Luca, questo nascondersi e rivelarsi di Dio nell’incontro tra due donne, il saluto dell’una all’altra, l’agitarsi del piccolo nel grembo di sua madre: quante volte l’abbiamo sentito dire da qualche donna in attesa del suo bimbo! E quella sapienza meravigliosa che s’illumina pienamente nell’umile stupore di un riconoscimento che si fa domanda esultante:"A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?". E’ la nostra fede, quando scopre con meraviglia che la vita di ciascuno è molto più grande, e preziosa, e misteriosa, di quanto razionalmente si possa percepire. E infine la canzone bella, bellissima, che la giovinetta intona in casa della puerpera troppo anziana. Canzone d’amore, dove l’esultanza per il dono meraviglioso si fa sogno per tutto e per tutti, per sempre e dappertutto. Da una borgatina di montagna vicina a Gerusalemme, sino ai confini della terra: quando la propria vicenda d’amore sembra capace di rovesciare il mondo! Ma in tutto questo le più brave sono appunto le donne. Senza di loro anche la Santa Chiesa sarebbe molto triste. Anzi, non ci sarebbe. E non solo perchè senza di loro non ci sarebbe il domani che i bambini nuovi promettono al mondo. Ma anche perchè senza di loro non ci sarebbe la Chiesa come mamma affettuosa.
La Chiesa come una mamma che anche per il più sciagurato dei suoi figli prepara sempre un posto bello alla sua tavola e nel suo cuore. La Chiesa come una mamma che sa temperare il giusto rigore della legge con la pazienza saggia della fede. Mi capita spesso di osservare che una mamma non sempre sa usare con i non figli la stessa mite comprensione che riserva ai figli suoi. Ma, per fortuna, la Chiesa è la Mamma di tutta l’umanità.
Sono le parole che ho mandato alla rubrica del carlino per domani e che oggi mando a voi con i miei più affettuosi auguri.
Un abbraccio. Giovanni.