Mi è piaciuto il suo intervento in Sala Borsa con il prof. Balzani sull’Antropocene. Mi è piaciuta soprattutto la sua “rilettura” di Genesi circa il rapporto tra l’umanità e la cultura da una parte, e la natura e le sue leggi dall’altra. Ma sapremo veramente assumerci la responsabilità di governare bene il creato? Ho paura che continueranno a prevalere gli istinti del potere, del denaro e del successo. O meglio, mi ero illuso nel passato che stesse crescendo una coscienza collettiva desiderosa di frenare l’assalto che l’uomo fa alla natura, ma oggi sono disilluso e preoccupato per tanta indifferenza che vedo intorno.
Certo, la scommessa è alta. A proposito di Antropocene non avevo mai dato vera attenzione ai due diversi mandati che l’uomo riceve da Dio per il suo rapporto con la natura: nel primo racconto della creazione viene chiesto ai progenitori di “dominare” la natura, nel secondo Dio chiede che il creato venga “coltivato e custodito” dall’uomo. Siamo appunto entrati nell’antropocene, un’era nella quale l’impeto del dominio sulla creazione deve cedere alla responsabilità che di essa abbiamo. Il Papa sta preparando un’Enciclica sulla custodia del Creato, e confido sarà di grande insegnamento. Il tema della custodia del creato è purtroppo molto vicino a quello del dramma della guerra. E a quello della potenza del denaro. I nostri amici missionari in Africa pregano sempre il Signore a che nella terra in cui stanno spendendo la vita per l’annuncio del Vangelo non venga mai trovata né una stilla di petrolio né un grammo d’oro. Perché, appena questo avviene, e negli ultimi tempi l’Africa sta rivelando le sue immense ricchezze, tutto precipita nell’avidità e nella rapina di cui sono responsabili i grandi paesi dell’occidente del mondo e la Cina. Quest’ultima sta comperando in Africa grandi estensioni di terreno agricolo. E i primi grandi raccolti presto salperanno dall’Africa verso le coste cinesi. È dunque urgente – ma anche lei non si arrenda! – che persone come il prof. Balzani possano aver sempre più parte nell’educazione e nella formazione delle nuove generazioni che solo con un grande cambiamento di mentalità e di cultura potranno uscire da questo grande dramma, appunto passando dal dominio sulla natura alla custodia di essa. Tra l’altro bisogna dire che tale assalto della natura non ha dato da mangiare a tutti, ma se mai aggrava il problema della fame. Oggi molti paesi stanno assumendo il nostro stesso stile alimentare. Ma se così fosse il guaio sarebbe immenso. Dunque, dobbiamo imparare a mangiare meno? Un po’ forse sì. E in ogni caso dobbiamo cominciare a sciupare meno. Con cinque pani il Signore ha dato da mangiare a cinquemila. Noi non sappiamo più spezzare il pane, e molto lo sciupiamo, e molto lo buttiamo via. Proviamo a fare ciascuno una piccola parte per il bene di tutti.
Buona Domenica.
Don Giovanni.
Domenica 30 novembre 2014.