5 Ci saranno estranei a pascere le vostre greggi e figli di stranieri saranno vostri contadini e vignaioli. 6 Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio sarete detti. Vi nutrirete delle ricchezze delle nazioni, vi vanterete dei loro beni. 7 Invece della loro vergogna riceveranno il doppio, invece dell’insulto avranno in sorte grida di gioia; per questo erediteranno il doppio nella loro terra, avranno una gioia eterna. 8 Perché io sono il Signore che amo il diritto e odio la rapina e l’ingiustizia: io darò loro fedelmente il salario, concluderò con loro un’alleanza eterna. 9 Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, la loro discendenza in mezzo ai popoli. Coloro che li vedranno riconosceranno che essi sono la stirpe benedetta dal Signore.
Commenti registrati oggi, 18-03-2020, nella condivisione c/o le nostre parrocchie:
Omelia dialogata alla Dozza (file mp3)
Omelia dialogata a Sammartini:
Commento Francesco (file mp3)
Commento Giovanni Battista (file mp3)
Commento Giovanni Nicolini (file mp3)
COMMENTO delle Famiglie della Visitazione:
Riprende in questo testo la profezia che già altre volte avevamo ascoltato a proposito del Servo del Signore, inviato da Dio ad annunziare l’apertura del disegno di salvezza di Dio dal solo popolo d’Israele a tutte le Genti. Oggi non si dice semplicemente che le Genti saliranno a Gerusalemme, che ascolteranno la Parola del Signore, che seguiranno i precetti della sua Legge, ma addirittura che compiranno un’azione di servizio a favore del popolo di Dio: “Ci saranno estranei a pascere le vostre greggi e figli di stranieri saranno vostri contadini e vignaioli” (ver. 5): si parla qui non tanto di un servizio in una condizione servile nei confronti di Israele, quanto di una collaborazione, una partecipazione al compito del Popolo del Signore, alla sua stessa eredità. Oggi questi popoli sono chiamati nella traduzione italiana “estranei” e d’altra parte questi estranei saranno a pascere le greggi, proprio perché convocati in quell’evento e in quell’azione. Di Israele invece si dice: “voi sarete chiamati sacerdoti del Signore”, ministri del nostro Dio sarete detti” (ver. 6). Egli è evidentemente il protagonista privilegiato dell’evento; di lui viene detto “vi nutrirete delle ricchezze delle Nazioni, vi vanterete dei loro beni”. E’ un evento che parte da Dio stesso e attraverso quel servo privilegiato che è il Messia arriva a tutta la creazione, sì che siamo tutti in cammino verso una comunione universale, che coinvolgendo tutta l’umanità coinvolgerà anche tutta la creazione. Un’unica grazia, un unico dono, un’unica pienezza di pace e di gioia. Il versetto 9 ne fa un commento finale: “Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, la loro discendenza in mezzo ai popoli. Coloro che li vedranno riconosceranno che essi sono la stirpe benedetta dal Signore”. Tutto questo ci fa pensare certamente alla Chiesa, al popolo di Dio e quindi alla vocazione universale di ogni uomo e di ogni popolo ad un rapporto pieno con l’unico Signore: questo è il cammino e questo è il destino della storia, è il dono che progressivamente il libro di Isaia ci ha consegnato e che porta veramente verso il suo esito finale.
Dio ti benedica e tu benedici noi. Giovanni e Francesco