16 Egli ha visto che non c’era nessuno, si è meravigliato perché nessuno intercedeva. Ma lo ha soccorso il suo braccio, la sua giustizia lo ha sostenuto. 17 Egli si è rivestito di giustizia come di una corazza, e sul suo capo ha posto l’elmo della salvezza. Ha indossato le vesti della vendetta, si è avvolto di zelo come di un manto. 18 Egli ricompenserà secondo le opere: sdegno ai suoi avversari, vergogna ai suoi nemici; alle isole darà la ricompensa. 19 In occidente temeranno il nome del Signore e in oriente la sua gloria, perché egli verrà come un fiume impetuoso, sospinto dal vento del Signore. 20 Un redentore verrà per Sion, per quelli di Giacobbe convertiti dall’apostasia. Oracolo del Signore. 21 «Quanto a me – dice il Signore – ecco la mia alleanza con loro: il mio spirito che è sopra di te e le parole che ho posto nella tua bocca non si allontaneranno dalla tua bocca né dalla bocca dei tuoi discendenti né dalla bocca dei discendenti dei tuoi discendenti – dice il Signore – ora e sempre».
Isaia 59,16-21

Commento delle Famiglie della Visitazione:
Dopo l’impietosa ma salutare analisi del cuore dell’uomo descritta in 59,1-15, il Signore si meraviglia che nessuno intercede per il suo popolo (v.16), anzi, più che “meravigliato” bisognerebbe tradurre “fu atterrito” (ebraico). Quindi per porre rimedio ad una situazione senza scampo decide di entrare Lui stesso nella lotta contro il male e il peccato, realizzando quando anticipato in 59,1: Non è troppo corta la mano del Signore per salvare”: indossa la corazza della giustizia e l’elmo della salvezza (v.17) e non trovando nessuno a disposizione ci dice: “Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà…”(Sal. 39,8), meravigliose profezie dell’incarnazione del Verbo. La sua venuta ci viene descritta nel v. 19 “come un fiume impetuoso sospinto dal vento del Signore”, ma il testo ebraico ci dice di più, ci dice anche l’esito della lotta: “Poiché L’AVVERSARIO verrà come il fiume, lo Spirito del Signore lo farà fuggire”, anticipando così la vittoria sul male e sulla morte realizzata dal Signore e descritta in Ap. 20. Colui che verrà sarà appunto un Redentore (il Go’èl, secondo l’ebraico, colui che riscatta pagando del suo), (il Liberante, secondo il greco). Il v. 20 ci presenta un oracolo a parte che però completa il precedente e anticipa quello fondamentale del cap. 61; ne descrive inoltre il cammino nella storia, suggellando così un’alleanza eterna tra Dio e il suo popolo, un’alleanza nella Parola e nello Spirito (la Pentecoste), della quale si farà garante lo stesso Gesù nella sinagoga di Nazaret (Lc 4,18), leggendo Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione…”.