9 Voi tutte, bestie dei campi, venite a mangiare; voi tutte, bestie della foresta, venite. 10 I suoi guardiani sono tutti ciechi, non capiscono nulla. Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare; sonnecchiano accovacciati, amano appisolarsi. 11 Ma questi cani avidi, che non sanno saziarsi, sono i pastori che non capiscono nulla. Ognuno segue la sua via, ognuno bada al proprio interesse, senza eccezione. 12 «Venite, io prenderò del vino e ci ubriacheremo di bevande inebrianti. Domani sarà come oggi, e molto più ancora».
1 Perisce il giusto, nessuno ci bada. I pii sono tolti di mezzo, nessuno ci fa caso. Il giusto è tolto di mezzo a causa del male. 2 Egli entra nella pace: riposa sul suo giaciglio chi cammina per la via diritta.
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COMMENTO Famiglie della Visitazione
I commentatori propongono di far risalire questo oracolo ai tempi che precedettero l’esilio, individuando nella moralità decaduta dei pastori d’Israele la causa del medesimo (tema molto caro anche a Geremia ed Ezechiele, e più recentemente anche dalla Riforma Protestante). Certamente è possibile e verosimile, ma anche l’inserimento di questo testo DOPO la promessa del ritorno inaugurata nel cap. 55 e allargata agli stranieri (proseliti ed eunuchi) in 56,1-8 è significatica e molto interessante.
Il testo si apre con un invito a mangiare (56,9) perché i guardiani (che impedivano l’accesso diretto alla Parola) sono diventati ciechi, muti e dormienti (56,10). Non sono più capaci di saziarsi dell’amore di Dio e della sua Parola (56,11), sono “avidi nell’anima” (secondo la versione greca), e hanno già ricevuto la loro ricompensa (Mt 6,16).
E’ a questo punto che Dio interviene direttamente, e non solo si propone come unico pastore d’Israele (tema già presente nei citati profeti) ma addirittura si trasforma in un oste che offre da bere a tutti fino all’ubriacatura (56,12), Lui compreso! E passa a spiegare come farà: è molto interessante a questo riguardo la versione greca di 57,1: “Voi sapete come perì (al passato) il giusto e nessuno lo accetta col cuore”, ponendo in questa accettazione la chiave della salvezza: accettare che il Figlio effonda il suo sangue sulla croce; quindi in 57,2 il greco continua: “la sua tomba sarà in pace”, mentre l’ebraico propone: “entra nella pace”, entrambe stupende profezie pasquali che aprono la strada alla ubriacatura generale provocata dal vino/sangue del Figlio: “e tutti furono colmati di Spirito Santo” (At 2,4) tanto da sembrare “ubriacati di vino dolce” (At 2,13). Andiamo volentieri in questa osteria!