14 Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». 15 Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. 16 Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato, le tue mura sono sempre davanti a me. 17 I tuoi figli accorrono, i tuoi distruttori e i tuoi devastatori si allontanano da te. 18 Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si radunano, vengono a te. «Com’è vero che io vivo – oracolo del Signore –, ti vestirai di tutti loro come di ornamento, te ne ornerai come una sposa». 19 Poiché le tue rovine e le tue devastazioni e la tua terra desolata saranno ora troppo stretti per i tuoi abitanti, benché siano lontani i tuoi divoratori. 20 Di nuovo ti diranno agli orecchi i figli di cui fosti privata: «Troppo stretto è per me questo posto; scòstati, perché possa stabilirmi». 21 Tu penserai: «Costoro, chi me li ha generati? Io ero priva di figli e sterile, esiliata e prigioniera, e questi, chi li ha allevati? Ecco, ero rimasta sola, e costoro dov’erano?».
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COMMENTO delle Famiglie della Visitazione
Nonostante le promesse di consolazione e di salvezza, di ritorno in patria e di ricostruzione, che abbiamo visto nei versetti precedenti, Sion si lamenta con parole di grande sconforto: “Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato”(v. 14). Storicamente possiamo pensare ai reduci dall’esilio che, giunti a Gerusalemme, trovarono una città distrutta, un territorio devastato – la loro terra…!
Ma a questo punto il Signore risponde con una parola che è tra le più belle ed emozionanti della Scrittura: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai”(v. 15)! Scopriamo così il volto materno, anzi le viscere materne, di Dio, al quale attribuiamo normalmente il titolo di Padre. Solo le mamme, forse, possono intuire qualcosa di questi sentimenti materni di Colui che li possiede e li prova senza i nostri limiti e senza misura.
Ma ecco che il profeta ci sorprende ancora: Sion non è solo la figlia amata, ma anche la sposa che si è sentita trascurata e abbandonata. Non è così – risponde il Signore -: “le tue mura sono sempre davanti a me”(v. 16): con Sion Egli ha un rapporto di vicinanza e intimità, “faccia a faccia”, secondo la formula usata per la prima coppia umana nella Genesi (2, 18).
E, a conferma, al v. 18 vediamo che il Signore vuole che questa donna, Sion, si adorni come una sposa, si rivesta degli ornamenti più preziosi, e questi per lei sono i suoi figli. Possiamo percepire la commozione di questa sposa e madre, quando riflettendo sul suo triste passato si interroga: “Costoro, chi me li ha generati? Io ero priva di figli e sterile, esiliata e prigioniera, e questi, chi li ha allevati?”.