13 Oracolo nella steppa. Nella boscaglia, nella steppa, passate la notte, carovane di Dedan; 14 andando incontro agli assetati, portate acqua. Abitanti della terra di Tema, presentatevi ai fuggiaschi con pane per loro. 15 Perché essi fuggono di fronte alle spade, di fronte alla spada affilata, di fronte all’arco teso, di fronte al furore della battaglia. 16 Poiché mi ha detto il Signore: «Ancora un anno, contato alla maniera degli anni di un salariato, e scomparirà tutta la potenza gloriosa di Kedar. 17 E il numero degli archi dei prodi di Kedar resterà molto esiguo, perché il Signore Dio d’Israele ha parlato».
Isaia 21,13-17

Oggi il profeta ci porta nel deserto arabico: qui le carovane della tribù dei Dedaniti sono dirette verso l’oasi di Tema. Ma sono carovane di fuggiaschi: anche questa volta, persone che cercano di sottrarsi alla violenza degli invasori, di sfuggire “alla spada affilata, … all’arco teso, … al furore della battaglia”. E pensare che, dopo quasi tremila anni, siamo ancora allo stesso punto! Sono bellissime, nella loro semplicità, le parole del profeta, le parole di Dio: invitano gli abitanti dell’oasi di Tema ad “andare incontro agli assetati” portando la preziosa acqua e di presentarsi ai fuggiaschi “con pane per loro”. Dio stesso li soccorre attraverso questa premura degli abitanti dell’oasi, i quali non aspettano nemmeno l’arrivo dei profughi, ma vanno loro incontro con i due generi di assoluta necessità: il pane e l’acqua. – Anche la tribù di Kedar vedrà sparire tutta la sua gloriosa potenza; gli archi dei suoi prodi non riusciranno a difenderla, ma – anche in questo caso – il Signore vorrà salvare un resto, com’è “richiesto” dalla sua misericordia, dalla sua bontà.