In chiesa, e più in generale, nella mia parrocchia, mi guardo intorno, e di giovani non ne vedo. Alle Palme, ieri, un po’ di bambini, ma giovani pochi. Se non gli scouts. Anche in quel gran raduno dell’altra settimana qui a Bologna, dove erano tutti giovani, e moltissimi, gli scouts erano molti, forse il gruppo più numeroso. Per il resto, solo noi vecchi, come dice lei, don Giovanni, o gli “anziani, come preferisco dire io, che sono più vecchia di lei….
Forse la comunità ecclesiale per qualche aspetto condivide la cultura comune, che i giovani li cura poco, soprattutto nelle cose più importanti. Spesso le scuole non sono adeguate alla formazione che a loro si dovrebbe offrire, le famiglie sono talvolta prigioniere di preoccupazioni e di stanchezze, la politica, che non c’è, proprio per questo li ignora, e il lavoro mancante ha provocato negli ultimi mesi un’impennata della droga. Detto questo, le rispondo che personalmente sono molto contento del mondo giovanile che conosco, dentro e fuori dall’orizzonte della fede. Dove lo vedo? Là dove si lancia un’idea e si offre un ascolto e una partecipazione. Un piccolo gruppo di giovani studenti delle “superiori” viene a trovarmi per dire che desiderano fare politica, e per questo … vengono da me! Io li accolgo molto volentieri ricordando con loro don Lorenzo Milani che insegnava a Barbiana come la politica sia fare con gli altri quello che da soli non potremmo fare. E ricordando don Giuseppe Dossetti che pensava la politica come lo spazio dove un progetto che mi sembra giusto e bello, desidero comunicarlo e portarlo avanti con tutti gli altri. Spiego loro come il mio viaggio quotidiano nella Parola di Dio mi consenta e mi chieda di partecipare appassionatamente alle vicende di tutti, dalla mia parrocchia fino alla Cina, passando per i drammi dei fondamentalismi disperati e violenti, e da esempi di buona politica praticata da giovani in tutto il mondo. Ieri mattina, con un gruppo di miei fratelli e sorelle di parrocchia, sono andato a celebrare in carcere il Giovedì Santo. Molti presenti erano giovani. È stato bello potergli lavare i piedi e baciarglieli. Facciamoci coraggio, cara amica, e alimentiamo ogni piccolo lume che si accenda e di cui ci accorgiamo. A lei, Buona Pasqua, come a tutti i miei pochi lettori, e tra loro, qualche giovane. Con molto affetto.
Giovanni della Dozza.
Domenica 5 aprile 2015.