Adorazione magi_Citta_della_Pieve_PeruginoPer fortuna i Magi non si sono lasciati scoraggiare e deviare dal turbamento di Erode e dai suoi criminosi progetti, né dal turbamento di tutta Gerusalemme e hanno preferito accogliere l’indicazione delle Scritture trasmesse loro dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, ormai del tutto incapaci di ascoltare e di accogliere essi stessi la Parola di Dio, da loro ridotta a pretesa conferma di un potere mondanizzato e stanco. Per fortuna i Magi non hanno badato alla ripetizione patetica e ostinata di critiche banali e improprie nei confronti di Giuseppe Dossetti da parte del suo Arcivescovo emerito, né si sono distratti con le preoccupazioni episcopali ambrosiane di accordare le strutture del potere civile con le riproposte pretese di una cristianità ormai finita. Però è strano questo impegno a spegnere la vivacità dirompente dell’annuncio cristiano, riducendolo ad un “ragionamento”, cui dovrebbero convenire uomini e donne, culture e fedi, politiche e tradizioni di ogni genere. Per fortuna i Magi, questi simpaticissimi uomini della curiosità e della ricerca, sono riusciti a passare dalle loro competenze astronomiche e astrologiche all’umiltà di un cammino misteriosamente guidato da una Stella e hanno saputo oltrepassare le strettoie delle immancabili paure di un potere mondano violento e fragile e quelle di una competenza teologica ormai priva di emozione e commozione… Passato tutto questo, hanno ritrovato la loro Stella, che ora li riempie di grandissima gioia davanti al Bambino e alla sua Mamma. L’Epifania è davvero una grande avventura. In Terra Santa la tradizione dei Magi invita anche oggi a visitare una grotta vicina a Betlemme, ma orientata in direzione opposta a Gerusalemme, dove i Magi hanno riposato dopo aver adorato e dove hanno sognato un angelo che li avvertiva di non tornare da Erode: meglio che, per un’altra strada, facessero ritorno al loro paese. Secondo una memoria vicina alla leggenda, glorificati e dipinti nella grandiosa bellezza della basilica costantiniana di Betlemme, i Magi fermeranno la furia dei Persiani che, seicento anni dopo il loro avventuroso viaggio, verranno in Terra Santa a sterminare tutti e tutto. Essi si riconosceranno in quegli antichi viaggiatori dietro la Stella e, per rispetto ai loro antenati, non ridurranno in polvere la memoria della nascita di un bambino che, appena nato, già mostrava tanta cordiale accoglienza verso coloro che “vengono da lontano”. In quella stessa grotta sono sepolti antichi padri del deserto e, vicino a loro, alcune mamme di questi strani figli di Dio, spesso ostinatamente solitari e scorbutici, ma sempre così pronti a commuoversi davanti a un Dio che si è fatto Bambino e poi Crocifisso.

Oggi assistiamo con patimento al fatto che alcuni, ritenendo difficile o addirittura impossibile annunciare il Vangelo di Gesù ai figli del nostro tempo, preferiscano barattarlo con le supposte verità delle sapienze del mondo e di una razionalità esausta. Invece la gente di oggi assomiglia agli antichi Magi molto più di quanto non si pensi. Ci sono molti “Magi” in ricerca, e proprio a partire dalla loro concreta esperienza umana, culturale e religiosa. Bisogna fare molta attenzione, perché facilmente si fermeranno accanto a noi e ci chiederanno notizie che noi purtroppo custodiamo senza passione. Così potrebbe capitare che questi “lontani” ci interroghino su un cammino che noi rischiamo talvolta di tralasciare, o di subordinare a ricerche di garanzia e di potere distanti da quel Bambino. Ma né Erode, né gli scribi hanno potuto impedire ai Magi di portare a termine il loro viaggio dietro alla Stella. Speriamo che vada così anche per i Magi di oggi.

Giovanni Nicolini

Dalla rubrica IL TESORO NEL CAMPO su “Jesus” di Dicembre 2012.