37 Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva 38 chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva». 39 Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato.
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Siamo oggi davanti al “cuore” del cap.7. Dopo aver mostrato la crisi e il fallimento di tutte le “religiosità”, anche quella che insidia la fede dell’ebraismo, con la pretesa di una salvezza raggiunta cone le opere virtuose dell’uomo. Gesù ci regala l’annuncio della fede a partire dall’immagine potente della “sete”. Ricordiamo bene l’incontro del Signore con la donna samaritana e la sua richiesta di poter bere, preannuncio di quell’adempimento delle Scritture che compirà sulla croce con il suo “Ho sete”(Gv.19,28). La fede come sete! la fede come percezione del bisogno di essere salvati. La fede come povertà.
Ma dunque la fede come dono di Dio ad ogni povertà. Non secondo meriti e conquiste. Ma solo come povertà. Dunque la fede come assoluta gratuità. Ecco i chiamati alla salvezza! I poveri. I peccatori. I lontani.
E questi “poveri” come fonte: “fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”(ver.38).
E tutto questo come frutto e fecondità della sua “glorificazione”, assolutamente opposta ad ogni gloria umana. Una gloria d’amore. Una gloria che vedremo scaturire dal suo costato trafitto.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“L’ultimo giorno”: certo, è l’ultimo del calendario della festa, ma prelude e annuncia il giorno della croce e della morte di Gesù… E per noi, è quello “l’ultimo giorno”! – Nel corso della festa delle Capanne, il sacerdote si recava alla piscina di Siloe, riempiva un’anfora d’acqua, poi, tornato al tempio, aspergeva con essa l’altare. Immaginiamo che sconvolgimento sia stato per sacerdoti e fedeli sentire uno che dice: Sono io l’acqua… Chi ha sete venga a me… Gesù le “grida” queste parole: come la Sapienza descritta nel cap. 1 dei Proverbi… – Chi ha sete, chi vuole pienezza di vita e di felicità, può rivolgersi a Lui…
E’ importante che Gesù dica all’inizio: “Se qualcuno ha sete…”. E’ il commento all’atteggiamento dei farisei che hanno di nuovo obbiettato a quello che Gesù dice. La sete è la condizione fondamentale per avvicinarlo. Ed è importante come indicazione dell’atteggiamento in cui è necessario che gli uomini si riconoscano, per avvicinarlo, e per bere ciò che è offerto. “Avere sete” e “venire” sono due verbi spesso associati nella Bibbia (p.es. Isaia) Venire = credere è legata alla consapevolezza del bisogno che si ha di essere dissetati e salvati da Lui. Ed è gratis! Gesù è la risposta a due atteggiamenti opposti tra loro, e ugualmente presenti nel cuore dell’uomo: l’aver sete ( e spesso senza sapere dove potersi dissetare), e il presumere di poter dissetare altri (senza avere l’acqua necessaria). Chiamando a sè chi a sete, Gesù offre finalmente l’acqua viva che disseta, e in questo modo anche fa diventare sorgente di acqua viva chi tale dono ha ricevuto, come aveva detto anche alla donna samaritana “l’acqua che io gli darò diventerà in lui acqua che zampilla…”. Gesù dice dunque che è chi ha sete – e non chi ha, o presume di avere – che sono gli assetati saziati da Lui che possono dare ad altri assetati ciò che in regalo hanno ricevuto da Gesù stesso Il v. 39 può essere accostato al cap 12, che riprende l’immagine della glorificazione, quando arrivano i greci che vanno da Filippo e Andrea a dire: “Vogliamo vedere Gesù”. Allora Gesù risponde: “E’ giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo”. E poi dà l’immagine del chicco di grano, che se non muore rimane solo, e se invece muore dà molto frutto. Ed è per via di questa glorificazione che scorre questa acqua nuova: non resta chiuso in Dio il suo Spirito, ma scorre a raggiungere tutti gli uomini e tutti i luoghi. Come quel chicco non rimane solo nella morte e nella glorificazione del Signore, così anche lo Spirito Santo fluisce fino agli estremi confini della terra e dell’intimo dell’uomo.