16 Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, 17 salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; 18 il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. 19 Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. 20 Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». 21 Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
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Non ho grandi risposte, ma mi sembra non si possa ignorare il senso di questa inserzione della navigazione notturna tra il miracolo dei pani e il grande discorso di Cafarnao. Troviamo questa successione tra il miracolo e la traversata anche nei testi paralleli di Matteo 14 e di Marco 6, ma in Giovanni mi sembrano sottolineati elementi preziosi, che suggeriscono anche una lettura “simbolica” del nostro testo di oggi.
Non ci sono segnalati motivi per questo viaggio. I testi paralleli parlano di una “costrizione” di Gesù. Qui no. E il ver.17 porta una precisazione iinteressante:”..e Gesù non li aveva ancora raggiunti”. Dunque, è una traversata notturna, con un mare tempestoso e vento forte. Senza Gesù.
Al ver.19 lo vedono. “Camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura”. Dunque, il viaggio è senza di Lui, ma con Lui! Siamo già forse dentro all’ipotesi di “leggere” il miracolo dei pani come indicazione di un Pane che accompagna il viaggio verso l’altra riva. Viene alla mente il pane che ha accompagnato l’esodo dei Padri,pane che sarà presente nel discorso di Cafarnao. Quindi il viaggio è senza di Lui, ma anche con Lui, che “non li aveva ancora raggiunti”, ma che poi si avvicina alla barca. Cammina sull’acqua, che quindi non lo sommerge, e sembra voler far memoria ancora dell’Esodo e di un’acqua che si è aperta perchè i Padri ne uscissero illesi.
Se valgono qualcosa questi pensierini, l’ “ebbero paura” del ver.19 diventa il sentimento tipico di chi riceve una visita divina, di chi è testimone partecipe di una teofanìa. Il “sono Io” del ver.20 assume in tal modo un accento speciale.
Ed è bello ascoltare come i suoi passino dalla paura a quel “vollero prenderlo sulla barca”(ver.21). Ed è ancora più bella la conclusione: “..e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti”. Forse questa traversata notturna vuole celebrare il grande esodo di ognuno e di tutti verso la riva della risurrezione. Dice di questa assenza-presenza del Signore che non è ancora venuto, ma viene! Dice il timore e insieme la volontà di prenderlo sulla barca. Dice come la sua presenza sulla barca voglia dire anche l’arrivare alla riva. Forse è così ogni nostro riunirci intorno al Pane della Vita.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Dopo lo straordinario banchetto con 5 pani e 2 pesci nel quale i 5000 mangiarono “finchè vollero”, la folla voleva “rapire” Gesù per farlo re. E lui si ritira sul monte. Li abbandona! Non funziona.
Oggi nel mare agitato, nella notte, nella fatica del remare è Gesù stesso che si avvicina alla barchetta, cammina sul mare, sfidando addirittura le leggi della natura perchè vuole andare dai suoi discepoli. Per i discepoli basta il fatto di “volere accogliere Gesù sulla barca” per… arrivare subito a riva, sfuggire al pericolo del mare e goderselo tutto!
Desiderare Gesù e stare con lui è una faccenda piuttosto delicata!!
E’ venuta la sera: due sole volte nel vangelo di Giovanni c’è questa indicazione, e indica un momento di crisi dei discepoli. L’indicazione è rafforzata qui dalla precisazione del “buio”: ci sono quelle tenebre, che rappresentano l’adesione dei discepoli al sistema dominante, fatto di potere (volevano un re) e di asservimento, invece della libertà proposta da Gesù. E difatti, i discepoli se ne vanno soli e in senso contrario sul lago. Ma Gesù arriva e cammina sulle acque: è l’espressione della sua condizione divina; solo Dio, infatti, può dominare il mostro marino della tradizione biblica. La sua divinità è confermata dalle parole: “Io sono” (ben più forte del “Sono io” delle traduzioni). Ma questo Dio non fa paura, non minaccia, non sgrida…: “Non abbiate paura…”; anzi, rassicura, condivide, risolve: e la barca tocca subito la riva.