11 Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
12 Dopo questo fatto scese a Cafàrnao, insieme a sua madre, ai suoi fratelli e ai suoi discepoli. Là rimasero pochi giorni.
La parola che dice questo “inizio” dei segni, è quella che ha aperto il Vangelo secondo Giovanni: “In principio era il Verbo..”. Mi sembra che non si possano separare due “significati” della parola. Uno è senz’altro quello “temporale”, come è reso sia nel nostro testo di oggi sia nel primo versetto del Vangelo. Però questo “principio” è anche “il principio”, cioè la fisionomia fondamentale, il paradigma. Al di la delle incertezze contenute nelle note delle bibbie, mi sembra si debba dire che questo “principio” a Cana si è compiuto ed è stato rivelato. E il principio, la linea di riferimento, il paradigma, è certamente la Pasqua del Signore, la risurrezione, la vita nuova, la vita eterna, la vita divina donata agli uomini e alle donne del mondo…
Bisogna quindi dire che il nostro testo vuole sottolineare che a Cana è stato dato il “primo” segno del mistero di Gesù. L’ultimo, la pienezza di tutto, sarà la sua Pasqua di morte e di gloria. Ritorna quindi oggi per noi l’importanza di quello che Gesù diceva al ver.4 a proposito della sua “ora”. Quell’ora sarà l’ora della Croce e della Gloria. Tutti i segni che contempleremo dopo questo “primo” di Cana, saranno tutti in legame profondo con il “segno” supremo della Pasqua, tutti saranno rivelazione e fecondità della sua Pasqua. Perchè tutto il Vangelo di Giovanni è Pasqua.
A Cana Egli “manifestò la sua gloria”(ver.11). Abbiamo già incontrato la parola “gloria” nel Prologo, al ver.1,14: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”. Dunque è una gloria che si manifesta nel “Verbo fatto carne”! Non al difuori o al di là della carne, ma nella carne, e quindi nell’umanità del Figlio. E questa gloria è la gloria stessa del Padre, cioè è la piena rivelazione di Dio come Amore. Non è una gloria rubata e usurpata a Dio, ma da Lui donata in Cristo all’umanità. Anche noi, quindi, nella estrema nostra povertà, siamo chiamati ed eletti ad accogliere in noi questa gloria divina. Tale gloria si è manifestata pienamente nel sacrificio d’amore di Gesù. La Croce è il trono della sua gloria. E’ nella sua carne crocifissa che Dio risplende nella pienezza della sua gloria! Cose troppo grandi per me. Preferisco fermarmi e lasciare alla vostra fede e alla vostra preghiera di andare ben oltre i limiti delle mie povere riflessioni.
“E i suoi discepoli credettero in Lui”.La fede è sempre accoglienza e abbandono al mistero e alla potenza della sua Croce, nella speranza della risurrezione.
Gesù scende a Cafarnao dove starà pochi giorni. Nel Vangelo secondo Giovanni l’incessante meta di molti viaggi di Gesù, il luogo verso cui tutto tende, è Gerusalemme. E la Pasqua a Gerusalemme… fino all’ultima suprema sua Pasqua. Con Lui c’è a Cafarnao, oltre ai fratelli e ai discepoli, anche la madre. La ritroveremo al cap.19, ai piedi della sua Croce.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Secondo il parallelo di Matteo (4,12-17) Gesù, dopo aver passato 40 giorni nel deserto tentato dal diavolo, saputo dell’arresto di Giovanni Battista, si ritira in Galilea e, lasciata Nazaret, va ad abitare a Cafarnao e comincia a predicare e a dire “convertitevi perchè il regno dei cieli è vicino”. Quindi chiama i primi discepoli.
Secondo il nostro testo la discesa a Cafarnao, e l’inizio della vita pubblica è accompagnata dalla mamma, dai fratelli e dai discepoli. Gesù è circondato di persone, di persone care, importanti… sue! “insieme a SUA madre, ai SUOI fratelli e ai SUOI discepoli”. Quelli che gli vogliono bene perchè lo conoscono? Quelli che credono? Quelli che l’hanno accolto?
Mi piace molto questo gruppo e vorrei farne parte!!