25 Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. 26 In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: 27 il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. 28 Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». 29 Gli dicono i suoi discepoli: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. 30 Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». 31 Rispose loro Gesù: «Adesso credete? 32 Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. 33 Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Ho visto da dove la nuova traduzione dei vescovi prende l’espressione “in modo velato”, mentre la precedente versione parlava di “similitudini”. A me questo “non velato” non piace, perchè non evidenzia con abbastanza forza che il problema del velo non è nelle cose che Gesù dice, ma soprattutto nel velo che è sul nostro cuore. Inevitabilmente! La versione latina dice “proverbia”. Il vero problema sta infatti che non è il suo parlare ad essere “velato”, ma piuttosto la mente e il cuore dei suoi, come il testo di oggi chiaramente ci dice! Quindi il suo parlare in similitudini, in parabole, in immagini…è la genialità divina di comunicare cose supreme attraverso immagini tratte dalla vita degli ascoltatori. Sono loro che devono diventare “nuovi” e quindi in grado di cogliere quello che viene loro detto dal Signore. Ci tengo qui a precisare subito il mio pensiero attraverso una domanda che mi faccio e vi faccio: “Noi, adesso, a che punto siamo?”. Sembrerebbe di dover dire che tutto per noi si è compiuto, che non ci troviamo al punto in cui erano i discepoli quella sera…invece no! Oggi siamo nella loro identica situazione! Perchè il mistero della sapienza e della potenza di Dio non si può mai dire di averlo svelato e chiaro…sino alla fine. La Chiesa oggi è nella situazione dei discepoli di quella sera, come ciascuno di noi. La Chiesa, quando la comunità ecclesiale è umile e sapiente, lo sa molto meglio di me. Io vado avanti con sicumera, ma lei , la chiesa mi dona questa divina parola che oggi ascolto con voi e mi avverte della situazione in cui siamo, della strada che abbiamo davanti. E lo fa anche con l’ironìa di Gesù stesso, quando al ver.31 esce con quel “adesso credete?”.
Quindi “l’ora” del ver.25, l’ora in cui Lui parlerà “apertamente”, “quel giorno” di cui dice il ver.26, è sempre al futuro! Questo sarà sino alla fine! Ma non abbiamo già detto che siamo già alla fine? Sì, ma è questa “fine” ad illuminarsi ulteriormente in modo incessante. Questa è l’opera dello Spirito. Pena, correre il rischio cui noi cristiani siamo così esposti, di presentare non l’Ikona di Gesù, ma una sua caricatura, quasi sempre terribile e terribilmente ridicola.
Conviene piuttosto gustare con stupore quello che ci dice Gesù ai vers.26-27. La cosa migliore della nostra vita è che abbiamo amato Gesù e abbiamo creduto che è uscito da Dio, e quidni che Lui stesso è Dio. Il nostro cammino nella preghiera ci svela ogni giorno di più che l’opera del Figlio e del suo Spirito in noi fa sì che sempre di più constatiamo che siamo figli di Dio e che il Padre ascolta la nostra preghiera come ascolta quella di suo Figlio, perchè in Gesù siamo suoi figli anche noi! E quello che Gesù compie a Pasqua non lo si può “limitare”(!!) alla cronaca della sua morte e sepoltura e apparizioni da Risorto. Più profondamente e semplicemente, dice al ver.28, uscito dal Padre e venuto nel mondo, “ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre”. E questo è il viaggio che il Pastore guida anche per noi!
Ma, appunto, ciò non ci consente di dichiarare che questa è l’ora, come i discepoli affermano al ver.29. Nè quindi che “ora sappiamo che tu sai tutto” e il resto. L’ora in cui viviamo è l’ora della nostra non fede, del nostro disperderci ciascuno per conto suo, del nostro lasciarlo solo…Ma il Padre è con Lui. E’ con una bambina mia amica che si chiama Irene e che è nelle mani dolenti e amorose della sua mamma…
Quindi…PACE! Non una pace raggiunta e meritata da noi, ma la Pace che Lui ci dona perchè mentre siamo nelle tribolazioni della nostra strada sempre così fragile e dubbiosa, Lui pone la sua vita per noi e vince tutti gli ostacoli che la nostra mondanità arreca al nostro stesso cammino dietro a Lui e verso il Padre.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Questa pagina ci illumina anche sulla intensa relazione di Gesù con il Padre: Vi parlerò del Padre…, Lo prego per voi…, sono uscito dal Padre e vado a Lui…- E il culmine del v.32: “Io non sono solo, perché il Padre è con me”. Questa relazione si estende anche a noi, sulla base di quanto dice il v.27: “Il Padre stesso vi ama…”. Il dono finale è quello della pace (v.33): è proprio questa la parola che il Risorto rivolgerà ripetutamente ai suoi, provati e impauriti: “Pace a voi!”. E sappiamo che per “pace” si intende benessere completo, gioia piena nella comunione con Dio…
Al v.32 Gesù parla dell’ora, già venuta, in cui ‘vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo’. Mi ha molto impressionato Gesù, ormai vicino alla Passione..che dice queste cose.
Ben consapevole di un amore che non sarai mai ben contraccambiato. Gesù va incontro deciso ad una sposa che non sarà fedele, presente, amorevole. Una sposa che lo lascerà solo, che forse anche oggi lo lascia solo, nei nostri cuori distratti, nelle nostre vite disperse.
Nonostante ciò promette la pace e ci incoraggia perchè Lui ha vinto il mondo.
Il nostro Dio è proprio un Dio che salva..Sal 67.