53 Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». 54 Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, 55 e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. 56 Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». 57 Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». 58 Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». 59 Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Giovanni 8,53-59

Il centro del discorso di Gesù, che sentiamo da diversi giorni, sta nel suo rapporto con il Padre, oggi definito con il verbo “conoscere”: “non lo conoscete. Io invece lo conosco” (vers. 55). Tanti altri passi della Scrittura ci fanno capire che conoscere è più che un atto dell’intelletto: è qualcosa che riguarda il cuore e tutta la persona, indica il grado più alto di comunione che può stabilirsi tra l’uomo e il suo prossimo, tra l’uomo e la donna, tra l’uomo e Dio stesso. Così è del rapporto tra Gesù e suo Padre, con un’aggiunta ulteriore: “io lo conosco e osservo la sua parola”. La Parola è il vincolo più alto di comunione tra le persone.
Questo permette a Gesù di dire oggi cose molto grosse, difficili da accettare per i suoi ascoltatori: “prima che Abramo fosse, Io Sono”! Non c’è forse altro punto dei vangeli in cui Gesù affermi con chiarezza assoluta la sua identità con Dio Padre. La reazione è immediata e scontata: “Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui”. Purtroppo non si pongono neanche la domanda se possa dire la verità: sono troppo sicuri di averla loro.
Dio vi benedica e voi benedite noi. F e Gv