31 Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
1 Commento
Giovanni Nicolini
il 3 Settembre 2019 alle 07:18
“Se rimanete nella mia Parola” è versione più fedele e più potente di quella che trovo in altre versioni e che dice: “Se rimanete fedeli alla mia Parola”.
Qui si tratterebbe di una fedeltà sul piano etico, nel senso che evidenzierebbe una osservanza etica alla Parola di Dio.
Invece la traduzione letterale esprime il dato esistenziale profondo di una vita sempre radicalmente immersa nella Parola di Dio!
Allora tutta la nostra vita è immersa nella Parola del Signore e vive in essa e di essa!
Tale è la vita del discepolo!
Allora anche l’affermazione “conoscerete la verità” non è più solamente una conoscenza razionale e dottrinale, ma è l’esperienza esistenzialmente profonda della Parola .
E ancora: bisogna dire che l’invito a “rimanere nella Parola” è assolutamente vero anche quando la Parola stessa ci rivela, anche severamente, della nostra infedeltà alla Parola stessa.
Anzi forse si può dire che è la Parola che più radicalmente e profondamente ci visita per chiederci la nostra conversione e la nostra fedeltà alla Parola.
Il rimanere nella Parola ci porta fino alla Croce, dove la Parola che a Betlemme si è fatta carne ora è carne “crocifissa”, perché anche noi possiamo morire e risorgere in Gesù Parola del Padre per la salvezza universale!
Tale è l’opera di salvezza e liberazione che ci annuncia il ver.32!
Il Cristo della Pasqua è il cuore e l’apice della “verità” cristiana!
In tale suprema “Parola” anche noi possiamo morire e risorgere!
Liberati dal male e dalla morte, fin dal giorno del nostro Battesimo.
Siamo con Lui morti e risorti! Morti come figli di Adamo e risorti come figli di Dio.
Dio ti benedica. La Pace sia con te. Giovanni e Francesco.
“Se rimanete nella mia Parola” è versione più fedele e più potente di quella che trovo in altre versioni e che dice: “Se rimanete fedeli alla mia Parola”.
Qui si tratterebbe di una fedeltà sul piano etico, nel senso che evidenzierebbe una osservanza etica alla Parola di Dio.
Invece la traduzione letterale esprime il dato esistenziale profondo di una vita sempre radicalmente immersa nella Parola di Dio!
Allora tutta la nostra vita è immersa nella Parola del Signore e vive in essa e di essa!
Tale è la vita del discepolo!
Allora anche l’affermazione “conoscerete la verità” non è più solamente una conoscenza razionale e dottrinale, ma è l’esperienza esistenzialmente profonda della Parola .
E ancora: bisogna dire che l’invito a “rimanere nella Parola” è assolutamente vero anche quando la Parola stessa ci rivela, anche severamente, della nostra infedeltà alla Parola stessa.
Anzi forse si può dire che è la Parola che più radicalmente e profondamente ci visita per chiederci la nostra conversione e la nostra fedeltà alla Parola.
Il rimanere nella Parola ci porta fino alla Croce, dove la Parola che a Betlemme si è fatta carne ora è carne “crocifissa”, perché anche noi possiamo morire e risorgere in Gesù Parola del Padre per la salvezza universale!
Tale è l’opera di salvezza e liberazione che ci annuncia il ver.32!
Il Cristo della Pasqua è il cuore e l’apice della “verità” cristiana!
In tale suprema “Parola” anche noi possiamo morire e risorgere!
Liberati dal male e dalla morte, fin dal giorno del nostro Battesimo.
Siamo con Lui morti e risorti! Morti come figli di Adamo e risorti come figli di Dio.
Dio ti benedica. La Pace sia con te. Giovanni e Francesco.