40 All’udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». 41 Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? 42 Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?». 43 E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. 44 Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui.
Seleziona Pagina
Chiediamo scusa per il ritardo con cui vi arriva questo commento. Protagonista di questo breve passo evangelico è “la gente”, della quale si descrivono le varie opinioni su Gesù. Alcuni dicono che egli è il profeta atteso da Israele, successore autorevole e definitivo di Mosè (Deut 18,15). Altri dicono che è il Cristo, cioè il Messia, annunciato dalla Legge e dai profeti. Altri infine esprimono i loro dubbi, perché sanno dalle Scritture che il Messia non deve venire dalla Galilea, ma da Betlemme, il villaggio di Davide. Il risultato finale è il “dissenso” (lett. “scisma”), che si crea tra la gente. Ancora una volta dobbiamo osservare che il vangelo parla a noi di noi stessi: in fondo, i pensieri e sentimenti della gente sono anche i nostri. Anche noi oscilliamo continuamente tra la verità e l’errore, cadiamo nell’errore proprio quando presumiamo di sapere e di avere capito e alla fine ci troviamo divisi tra noi. Il rischio più grande lo corrono forse però gli ultimi, che vogliono “arrestarlo” (lett. “prenderlo, afferrarlo”: il verbo dice un violento impadronirsi), ma è tutto vano; infatti Gesù appartiene al mistero di Dio, che è inafferrabile. Il Regno di Dio è dei miti, non dei conquistatori.
Dio vi benedica e voi benediteci. F e Gv