66 Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67 Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68 Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69 e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70 Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». 71 Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.
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Chiediamo scusa per il ritardo dell’invio del commento al testo di ieri, lunedì 19.
Tutto parte dall’affermazione del Signore “nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre” (ultime parole del brano di sabato scorso), che stabilisce il primato assoluto nella nostra vita della gratuità, del dono, a partire dalla nostra fede. Forse è proprio questa affermazione che mette in difficoltà molti discepoli e li induce a “tornare indietro” (notare l’immagine della vita cristiana come cammino dietro e con Gesù): quello che è più difficile da accettare è paradossalmente che tutto sia gratis, come quel grande pranzo sull’erba per i cinquemila e più del cap. 6; noi naturalmente preferiamo una concezione della vita in cui tutto si merita, si guadagna, si conquista con i nostri sforzi e le nostre risorse.
La risposta di Simon Pietro “Signore, da chi andremo?” è il segno invece di un altro pensiero: la vita e quanto di bene c’è in essa è per i poveri, per quelli che non saprebbero dove andare, a chi rivolgersi, se non ci fosse Lui, il Signore.
L’ultimo accenno, a “colui che consegna” (preferiamo questa traduzione a “il traditore”, che già include un giudizio morale duro, senza possibilità di remissione): intendiamo queste parole di Gesù come un monito per tutti, a non confidare troppo nella nostra condizione di “scelti” dal Signore, a ricordarci che non ne abbiamo alcun merito e che, se non si vigila umilmente, è facile da essa degradare.
F e Gv