Caro don Giovanni, mi trovo in una situazione dell’anima quasi uguale a quella di Zaccheo. Non andavo alla messa da molti mesi, perchè sono stata invasa da una grande noia per queste cose sempre uguali. Anche la predica mi sembra una specie di gioco dei bussolotti,con sempre le stesse cose voltate e rivoltate. Ero fuori casa, ma sempre a Bologna e visitavo un bel posto non per devozione ma per la sua bellezza. Arrivo proprio quando una messa comincia, con poche persone in mezzo a molta confusione. Ma è stata diversa dalla mia parrocchia, perchè questo prete vecchio parlava di Zaccheo in maniera vivace, e mi sembrava di vederlo. Poi mi sembrava di vederlo dentro di me. Anch’io sento una certa curiosità per Gesù. e ho capito che non ho la fede, ma la desidero. Però avrei paura se questo mi portasse a uscire dai miei nascondigli per riceverlo a casa. Non so se sarei piena di gioia… Lettera molto bella e non firmata

Cara Signora, dal contenuto di tutta la sua bella lettera capisco che lei fa parte delle "persone importanti" della città. E mi pare di intuire una vita ormai non brevissima e densa di esperienze grandi, sia nel bene, sia nella fatica, e qualche volta nel buio. Forse anche il nostro Zaccheo, presidente dell’associazione pubblicani e pieno di soldi, di strada ne aveva fatta tanta…Forse vi assomigliate anche in questo. Ed ecco allora questa curiosità che lo spinge ad arrampicarsi sulla pianta. Però, riascoltando le parole del testo di Luca, mi pare che per lui tutto si fermi lì. E anche lei, mi pare, si trova già lì, nascosta e con la speranza di poterlo vedere. E forse, più di così non si può fare. Si ricorda come è andata per Zaccheo: non si sa se lui abbia visto il Signore, ma certamente il Signore ha visto Lui. Sembra di capire che forse attivamente lo cercava, perchè Luca scrive che "Gesù alzò lo sguardo e lo vide". Questo è il punto. Nell’avventura della fede che qui definiremo "l’incontro con Lui", bisogna dire, secondo un buon suggerimento di S.Agostino, che non potremmo neanche pensare di cercarlo, se Lui non ci avesse già trovati! Spero di non deluderla dicendole che per ora basta così. Non faccia più niente perchè adesso ci pensa Lui. E non si preoccupi di domandarsi se lo accoglierebbe con gioia: sono sicuro di sì! A quell’uomo troppo ricco aveva chiesto di mollare tutto e di seguirlo: e quello non ce l’ha fatta e se ne andato via con la sua tristezza. Ma a Zaccheo e a lei chiede di poter venire in casa. Una casa che, senza di Lui, è troppo vuota. Non pensi che mi diverta a giocare con immagini e favolette. Questo incontro è molto reale. Se proprio in parrocchia succede poco, per qualche tempo tradisca il suo parroco, e vada a ritrovare quella messa di poca gente in mezzo a molta confusione intorno al prete vecchio ma vivace: ho il sospetto che Gesù passi di lì. Forse quello è il "sicomoro" dove salire per vederlo. La fede, più che trovare, è essere trovati. Come per quel contadino del Vangelo di Matteo che zappava sempre nello stesso campo di patate, ma un giorno il tesoro sepolto gli è venuto incontro, senza che lui lo cercasse. Per Zaccheo pare che tutto sia successo in una volta; può darsi che a lei occorra un po’ più di tempo. Ma vedrà che ci si guadagna! Domenica scorsa il Signore le è passato accanto con la vicenda di Zaccheo. Questa Domenica verrà a raccontarci la parabola di una difficile vicenda nuziale, e tutto per dirci che il suo desiderio e il suo progetto sono di non lasciare nessuno a camminare da solo nella strada della vita e di farsi guida di una strada della vita che non finisce più con la morte. Finisce invece con un amore tanto grande da essere più forte della morte. Una vita per sempre. Coraggio dunque, e buona strada. Con affetto. d.Giovanni.