1 O stolti Gàlati, chi mai vi ha ammaliati, proprio voi agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso? 2 Questo solo io vorrei sapere da voi: è per le opere della legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver creduto alla predicazione? 3 Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver incominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne? 4 Tante esperienze le avete fatte invano? Se almeno fosse invano! 5 Colui che dunque vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della legge o perché avete creduto alla predicazione?
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Sarei propenso a preferire, al ver.1, una versione più letterale del testo, dove dice di Gesù crocifisso. Se teniamo fermo che ai loro occhi “Gesù fu rappresentato crocifisso”, mi sembra ci poniamo più profondamente nel legame tra il Crocifisso e la fede. La sua risurrezione dai morti è infatti il principio anche della nostra fede, cioè della nostra salvezza, della nostra risurrezione dai morti, per la vita nuova. La nostra vita cristiana è incominciata con la nostra Pasqua!
Abbiamo ricevuto lo Spirito Santo non dalle opere della legge, ma, anche qui alla lettera, dall’ “ascolto della fede”. L’espressione italiana è forse inelegante, ma sottolinea bene che il dono è consiste nell’ascoltare il Signore del Vangelo; e questa è la fonte storica, concreta, della nostra fede! Così il ver.2. Il ver.3 mi sembra più interessante e intrigante di come appare in italiano, sia nella versione “vecchia”, sia, forse ancor più, in quella nuova. Paolo infatti sembra voler evidenziare la direzione del percorso dall’inizio alla fine, dove per fine si intende l’apice positivo, la pienezza. L’assurdo è quindi l’aver incominciato con il dono dello Spirito, e ora correre il rischio di risolvere – ma vorrebbe dire “portare a pienezza”! – tutto con la carne. Invece di proseguire si tornerebbe indietro!. Si rinnegherebbe la direzione che Dio ha impresso alla nostra vita, per ripiombare nel regime della legge. Vi confido che ho provato a riflettere sui passaggi concreti della mia storia, e ho visto che è proprio vero! Non possiamo rischiare di stravolgere il disegno di salvezza che il Signore ha disposto per noi, lasciando il Vangelo e tornando alla legge.
Dove al ver.4 si dice di esperienze fatte, mi pare si tratti addirittura di patimenti!, Come se dicesse:”Invano avete tanto patito?” (“Tanta passi estis sine causa?” dice la versione latina). Paolo dunque fa riferimento ad un cammino che ha attraversato anche tante prove. Tutto per niente? Peggio, sembra dire! Tante prove che invece di portarci alla pienezza della comunione con il Signore della Pasqua, ci vedono ricacciati nel regime della legge.
Al ver.5 l’argomentare di Paolo cita addirittura, alla lettera, “le potenze che lo Spirito suscita in voi”. Dunque un cammino anche al presente confermato da segni preziosi della presenza e dell’azione in noi del dono di Dio, cioè del suo Spirito! Anche qui egli ribadisce che tale dono non può venire che “dall’ascolto della fede”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi colpisce al v. 4 il modo in cui Paolo interpella i Galati (e oggi noi): “Fatti sì grandi li avreste sperimentati invano?”. La nostra fede, infatti, la nostra partecipazione alla comunità dei credenti non ci hanno dato solo delle certezze dottrinali, ma ci ha fatto fare esperienza del dono di Dio. Le abbiamo fatto invano tali esperienze? … Ci sarebbe da preoccuparsi, ma ci viene in soccorso il versetto successivo, in cui si dice che “Dio vi elargisce – al presente – lo Spirito e opera prodigi in mezzo a voi”. I nostri limiti non riescono a bloccare l’opera del Padre,che è buono e fedele.