1 Per il resto, fratelli miei, siate lieti nel Signore. Scrivere a voi le stesse cose, a me non pesa e a voi dà sicurezza. 2 Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare! 3 I veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, 4 sebbene anche in essa io possa confidare. Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: 5 circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; 6 quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile.
7 Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo.
Filippesi 3,1-7

COMMENTO 2,25-3,7
Anche oggi mandiamo il commento ai brani di due giorni, per impegni che ci hanno impedito di scrivere ieri.
Il nome greco di Epafrodito ci ricorda innanzitutto la presenza di persone di probabile origine pagana nelle comunità cristiane fondate da Paolo. In secondo luogo, ci dice la grande importanza che persone come lui e Timoteo, incontrato l’altro ieri, hanno per Paolo e per la comunità di Filippi. Si tratta non solo di utili collaboratori dell’apostolo, ma soprattutto di fratelli e figli amati, per i quali si sperimentano preoccupazioni, dolori e gioie. In particolare, si narra la grave malattia che colpisce Epafrodito, al punto di temere per la sua vita. E’ bello e importante accogliere con gioia uno che “ha sfiorato la morte per la causa di Cristo, rischiando la vita, per supplire a ciò che mancava al vostro servizio verso di me” (ver. 30). Dunque la comunità cristiana si presenta come una comunione e una famiglia di persone che patiscono e gioiscono insieme.
Il testo di oggi mette in guardia contro inutili appesantimenti e rigidità dottrinali: “Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare. I veri circoncisi siamo noi” (ver. 2-3).
A questo punto Paolo ricorda che per altro la sua vita è stata rigorosamente fedele alla tradizione: “Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile” (ver. 5-6).
Paolo conclude con un’affermazione spregiudicata: “Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo”(ver. 7)!
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco