19 Spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timòteo, per essere anch’io confortato nel ricevere vostre notizie. 20 Infatti, non ho nessuno che condivida come lui i miei sentimenti e prenda sinceramente a cuore ciò che vi riguarda: 21 tutti in realtà cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo. 22 Voi conoscete la buona prova da lui data, poiché ha servito il Vangelo insieme con me, come un figlio con il padre. 23 Spero quindi di mandarvelo presto, appena avrò visto chiaro nella mia situazione. 24 Ma ho la convinzione nel Signore che presto verrò anch’io di persona.
Omelia dialogata messa Dozza 21.04.2020 Fil 2,19-24
Omelia dialogata messa Sammartini 21.04.2020 Fil 2,19-24
COMMENTO
Sembra di cogliere che Paolo avverta una certa insufficienza in coloro che dovrebbero trasmettere ai cristiani di Filippi il dono della Parola e dello Spirito. Penseremmo soprattutto ad una forma di inadeguatezza e sembra eccessiva la versione italiana, soprattutto del ver. 21, dove dice che “tutti in realtà cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo”. Per questo, Paolo spera di poter inviare al più presto il discepolo Timoteo; però non sembra che questo sia dovuto ad atteggiamenti di mondanità o addirittura di indebita appropriazione da parte di qualche discepolo. Certamente Timoteo potrebbe essere quella presenza luminosa e profonda, adatta a comunicare tutta la potenza del Vangelo. Dunque, più che per un problema di onestà, Paolo vuole soccorrere l’insufficienza della testimonianza.
I Filippesi conoscono bene Timoteo: “Voi conoscete la buona prova da lui data, poiché ha servito il Vangelo insieme con me, come un figlio con il padre”. Paolo spera di poterlo mandare presto a Filippi, ma non nasconde la sua convinta speranza di poter essere lui stesso a portare le notizie del Vangelo (ver. 24).
Dio vi benedica e voi pregate per noi. Giovanni e Francesco