5Non certo a degli angeli Dio ha sottomesso il mondo futuro, del quale parliamo. 6Anzi, in un passo della Scrittura qualcuno ha dichiarato:
Che cos’è l’uomo perché di lui ti ricordi
o il figlio dell’uomo perché te ne curi?
7Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli,
di gloria e di onore l’hai coronato
8e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi.
Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. 9Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.

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Il tema della “salvezza grande” annunciato al ver.3 del testo precedente si sviluppa con la citazione del Salmo 8 e con la grande domanda sul mistero dell’uomo: “Che cos’è l’uomo perché di lui ti ricordi o il figlio dell’uomo perché te ne curi?” che al ver.6 cita il Salmo 8,5. “Non agli angeli – ascoltiamo al ver.5 – Dio ha sottomesso il mondo futuro”. L’ha sottomesso all’uomo. Ma in che modo? Attraverso la Persona e l’opera di Gesù! Gesù è la piena esplicitazione di quel dominio dell’uomo su tutto il creato di cui dice Genesi 1,28. Si tratta di un dominio d’amore! Si tratta di quella “grazia di Dio”(!!), per la quale bisognava che Gesù “provasse la morte a vantaggio di tutti”(ver.9). Tutta la creazione è salvata dal sacrificio d’amore del Figlio di Dio. In questo modo Dio sottomette “a Lui tutte le cose”(ver.8).
Dunque Gesù ora “lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto”. Penso a quando Gesù risorto appare ai discepoli in Giovanni 20,19-20, ed essi lo riconoscono perché Egli mostra le mani e il costato che portano i segno della sua passione d’amore. La croce di Gesù è la sua glorificazione! Gloria opposta ai domini e alle signorie mondane il cui potere è potere di dare la morte, mentre il potere divino di Gesù è quello di dare la vita!
Però(!): “Al momento presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a Lui sottomessa”(ver.8). Lo scarto tra questo “momento presente “ e il nostro vedere Gesù già “coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto”, dice la condizione e il compito storico di noi suoi discepoli: questo è il tempo in cui l’annuncio e la testimonianza del Vangelo devono essere portati ad ogni terra e ad ogni cuore. Ma come avviene questo? Qui mi sembra ancora molto forte l’affermazione del testo di Giovanni 20 che citavo prima. Dice Gesù: ”Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”(Giovanni 20,21). L’obbedienza del Cristo Gesù fino alla croce è l’obbedienza del cristiano. Dagli Apostoli sino al più piccolo dei discepoli, tutti siamo “mandati” a celebrare in noi l’amore divino di Gesù e in questo la sua potenza di salvezza di tutti e di tutto.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
v. 8 “Al momento presente prò non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomenssa”. Non vediamo ancora che tutte le cose sono sottomesse all’uomo, d cui parla il salmo 8; ma vediamo Lui, Gesù, “di poco atto inferiore agli angeli, e coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto”. “Non vediamo ancora”, ma “vediamo Gesù”! Ricordiamo quanto ascoltavamo Domenica scorsa nel vangelo: Gesù dice a Tommaso: Tu hai visto e hai creduto; beati quelli che non vedono e credono. Questo è vero per le parole di Ebr di oggi. Noi diversamente da Tommaso, non abbiamo visto i segni della passione sul corpo di Gesù risorto, non abbiamo visto che la morte è stata divorata dalla vita, vediamo che la gente si ammala e muore. Ma nella fede vediamo Gesù che è già stato costituito nella condizione di gloria e di vittoria. Nella fede vediamo questa vittoria, che peraltro non vediamo ancora. E possiamo, e dobbiamo, vivere non secondo il mondo antico, ma secondo il “mondo che viene” cioè secondo la vittoria dell’amore di Dio in Cristo su tutte le cose.
La fede, come condizione della vita nuova, la troviamo descritta nei capp. 11 e 12. L’autore di Ebr ci conduce gradualmente a vedere che il dao importante della nostra vita è la fede.
v. 9 “per la grazia di Dio provasse la morte a vantaggio di tutti”. La morte di Gesù è – per grazia di Dio! – fondamento della salvezza di ogni uomo. Provare/ gustare la morte, implica la componente della sofferenza. Gesù non poteva essere salvato dalla morte, ma doveva passare attraverso la sofferenza della morte, e così, a vantaggio di tutti, sentire il sapore della morte. Fu così in comunione con tutti colore che dovevano trascorrere la loro vita nel timore della morte (2:15).
“per grazia di Dio”, vuole forse dirci la morte di Gesù non rivela solo la sua obbedienza al Padre, ma anche l’amore misericordioso di Dio, la sua “grazia” per noi uomini. Infatti “L’amore di Dio ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti, e quindi tutti sono morti. Egli è morto per tutti, perché tutti quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2Cor 5:14). E questo nostro “vivere per Dio”, vivere e morire per la sua gloria (cfr. le parole di Gesù risorto a Pietro: “ti condurrà dove tu non vuoi: così indicava con quale morte Pietro avrebbe dato gloria a Dio”), è “grazia di Dio”, ricevuta per la Passione e morte del Signore Gesù.
Il salmo 8, citato nei primi versetti, è un inno alla grandezza di Dio.
Il creatore ha fatto i cieli, la luna, le stelle… e ha fatto anche noi, il piccoli esseri umani, piccoli di fronte a queste meraviglie, stupiti della sua predilezione, del suo ricordo, della sua cura per noi. Non solo. Dio ci dà anche il potere sul creato, ce lo mette nelle mani… tutto sotto i piedi!
Il nostro testo fa notare “al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia sottomessa”. E’ solo in questo momento che compare come all’improvviso il nome di Gesù! Finora aveva parlato dell’uomo. Ora parla di Gesù di Nazaret. Pure lui, come noi, fatto poco meno degli angeli…
La novità è però grandissima. Quel contrasto abissale tra la grandezza del creato e la piccolezza dell’uomo che (!!) domina i greggi, gli armenti, gli uccelli e i pesci del salmo 8 si ripropone con Gesù. E’ piccolo. Lo “vediamo” mentre muore, muore in croce, con una sofferenza grandissima. Ma proprio questa morte gli da la corona di gloria e di onore più grande! Una morte a vantaggio di tutti.